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Alcool in gravidanza: sindrome alcolico-fetale

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La sindrome feto-alcolica (Fetal Alcohol Syndrome-FAS) è la più grave disabilità permanente che si manifesta nel feto esposto, durante la vita intrauterina, all’alcool consumato dalla madre durante la gravidanza.
L’alcool ingerito dalla madre giunge dopo pochi minuti nel sangue del feto, ma il feto non può metabolizzare l’alcol perché è privo degli enzimi adatti a questo compito, di conseguenza l’alcol ed i suoi metaboliti si accumulano nel suo sistema nervoso e in altri organi danneggiandoli. Pertanto il consiglio dei professionisti della salute è di astenersi dal bere durante la gravidanza. 













Molte mamme sottovalutano il problema






Molte mamme sottovalutano il problema ma l’assunzione di alcool durante la gravidanza, anche in in piccolissime dosi, può essere fatale per la salute del nascituro. La sindrome alcolico- fetale (FAS) ha un’incidenza di 3 neonati su 1000 nati e, dipende strettamente dalle abitudini e dallo stile di vita della futura mamma. 
La FAS è la conseguenza principale del consumo di alcolici durante la gravidanza, sia in maniera continuativa, quindi 1-2  unità alcoliche al giorno, e sia attraverso un elevato consumo etilico in un’unica occasione (bing drinking), più di 50 gr. al giorno, avendo la donna una tollerabilità e una resistenza inferiore rispetto all’uomo. Sicuramente ci sono dei fattori fortemente predisponenti all’alcolismo nella mamma, quali: situazioni familiari difficili, depressione, stile di vita non salutare; tuttavia anche un consumo non abituale ma frequente come l’aperitivo irrinunciabile tutte le sere, durante il periodo preconcezionale e soprattutto durante quello gestazionale, va evitato accuratamente. Nella maggior parte dei casi, questo comportamento leggero è associato anche a una cattiva alimentazione, al fumo e ad una vita sedentaria, tutti i fattori che mettono notevolmente a rischio lo sviluppo del feto. 





Circa il 30% delle donne occidentali, consuma alcool 





 Questa percentuale di donne consuma alcol anche in gravidanza, spesso si tratta di persone di reddito medio e nella maggior parte dei casi esse  ritengono che la programmazione di una gravidanza non sia un deterrente sufficiente per il consumo di una bevanda alcolica. Il consumo di alcool durante la gravidanza aumenta i livelli di etanolo in circolo e, della sostanza tossica  che da esso derivata, l’ acetaldeide, che al pari delle sostanze essenziali per lo sviluppo del feto, attraversa la barriera placentare, causando però effetti nocivi. Il feto ha un metabolismo molto lento rispetto alla mamma e i metaboliti tossici si accumulano, interferendo con 
il normale trasporto dell’ossigeno ai  tessuti e agli organi in via di formazione. In particolare fino al quarto mese, quando il cervello 
e la struttura fetale è più vulnerabile, l’astensione totale da alcolici deve essere assoluta. Tutto il periodo prenatale è delicatissimo e ogni fase può rendere il bambino più o meno suscettibile non solo all’alcool ma anche alle altre sostanze nocive, quali  il fumo, farmaci e agenti ambientali. L’interferenza delle sostanze tossiche, derivate dall’alcool, sullo sviluppo fetale può dare vita effetti diversi. 




Le malformazioni organiche













Durante il primo trimestre di gravidanza interessano particolarmente la circonferenza del cranio (riduzione della calotta), le fessure oculari e lo sviluppo encefalico (microcefalia). Ad essere colpito in molti casi è lo sviluppo del nervo ottico con la compromissione della capacità visiva alla nascita. Uno degli organi a essere maggiormente compromessi nella FAS è il cuore, soprattutto a causa dello stato di ipossia, cioè di carenza di ossigeno, cui il feto può andare incontro per l’azione tossica dell’etanolo.  I disturbi dello sviluppo cognitivo causati dall’esposizione all’alcol in combinazione al fumo o sostanze farmacologiche non controllate, principalmente durante l’ultimo trimestre di gravidanza. Possono manifestarsi iperattività e deficit dell’attenzione durante l’età prescolare, dovuti a un’interferenza nello sviluppo dell’area della memoria e dell’apprendimento. 




Il ruolo delle istituzioni sanitarie 
















Il ruolo delle istituzioni sanitarie è fondamentale nell’informare 
e nel seguire le donne maggiormente a rischio, al fine di evitare le conseguenze molto gravi e irreversibili che possono manifestarsi nel bambino. Il 35% delle donne in età fertile infatti ha  dichiarato di non capire bene cosa sia la sindrome feto – alcolica e di trovare scarse informazioni al riguardo.






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