Aloe in cucina e rischi di sovradosaggio
Gli estratti di aloe sono usati come aromatizzanti soprattutto nelle bevande, sia alcoliche sia analcoliche, e nei dolci per aggiungere un tocco di sapore amarognolo, l’aloe è inoltre molto usata come materia prima o additivo nella preparazione di cibi e bevande macrobiotici.
I rischi di intossicazione
Molti pensano che l’aloe, essendo una pianta non possa fare alcun male, in realtà anche i prodotti della natura possono avere delle controindicazioni se assunti in dosi esagerate o in situazioni controindicate.
La pianta non è dunque tossica di per sé, diventa tossico l’uso sconsiderato che, in taluni casi ne fa l’uomo.
Tutti i casi di intossicazione da aloe conosciuti hanno come causa un sovradosaggio di aloina e di aloemodina, che essendo due sostanze idrosolubili sono rapidamente assimilabili dall’organismo.
Il sapore decisamente amaro di queste due sostanze dovrebbe servire da deterrente scongiurando i rischi connessi al sovradosaggio di queste sostanze. La cautela e il buon senso sono indispensabili sia nell’assunzione dell’ aloina sia di tutti gli altri principi attivi vegetali; il dosaggio sproporzionato determina la tossicità.
Se ne sconsiglia l’uso prolungato a dosi elevate soprattutto poiché può causare danni al colon, crampi addominali, nausea, vomito, diarrea e colorazione anomala dell’urina.
Normalmente i lassativi a base di aloina sono disponibili in farmacia e andrebbero presi per brevi periodi come tutti i lassativi sia di origine vegetale sia di origine chimica.
L’aloe, comunque, se privata dell’aloina attraverso la decorticazione delle foglie o opportuni trattamenti, non comporta precauzioni d’uso, fatta eccezione per rarissimi casi di allergia o altri elementi presenti nel succo.
Ricordiamo che nel 2002 in Italia ci fu una forte polemica che coinvolse anche il Ministero della Sanità in merito alla supposta pericolosità di alcuni farmaci lassativi a base di Aloe e Cascara vietati negli Stati Uniti d’America, si tratta di lassativi molto usati e diffuse nel nostro paese.
Alcuni protestarono a gran voce che la messa al bando di 15 medicinali da parte di un’agenzia prestigiosa statunitense, avrebbe dovuto creare allarme anche l’Italia e che attraverso il servizio di farmacovigilanza avrebbe dovuto sospendere la vendita di quei prodotti.
Il Ministero della Salute intervenne con un comunicato tranquillizzante, attribuendo il ritiro di quei 15 medicinali all’inadempienza delle case produttrici, alla mancata ottemperanza dei produttori di presentare dati aggiornati sulla efficacia e sulle sicurezza.
Nessuna delle ricerche scientifiche condotte in tanti anni sull’aloe ha mai riscontrato e attestato la pericolosità dell’aloe per la salute dell’uomo con evidenza tale da sconsigliarne l’uso.