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SALUTE

Dolore intimo e radiofrequenza quadripolare





Oggi per combattere i più comuni e fastidiosi disturbi vaginali c’è una soluzione innovativa, che promette di restituire il benessere sessuale senza farmaci ed effetti secondari. 





La vita femminile è disseminata di ostacoli. Non è un’esagerazione:  se il 50% circa delle donne in post-menopausa soffre di secchezza vaginale, prurito e bruciore, in età fertile la situazione non è più rosea, con almeno 4 milioni di casi di vulvodinia e una grossa fetta di rappresentanti femminili alle prese con dispareunia (dolore durante i rapporti), vaginiti, cistiti ricorrenti 
e incontinenza da sforzo. A prescindere dalle cause (ormonali, anatomiche, traumatiche che siano) oggi c’è una nuova soluzione high tech, che promette di contrastare i più diffusi disturbi vaginali senza farmaci, senza effetti secondari e senza dolore.  Eva  ( così è stata denomonita dai suoi inventori). La radiofrequenza quadripolare dinamica, modulata in modo da rigenerare i tessuti vulvovaginali. 




IL CALORE ATTIVO






La tecnica basata sulla radiofrequenza quadripolare dinamica per contrastare i disturbi intimi è nuova, ma in realtà Eva ha alle spalle anni di ricerche e sperimentazioni, tutti in collaborazione con un gruppo di medici ginecologi e con prestigiose università italiane.
Il suo obiettivo: risolvere molti problemi ginecologici, stimolando una risposta rigenerativa dei tessuti solo dove serve.

COME AGISCE


Quando raggiunge i tessuti “malati” il riscaldamento selettivo prodotto da Eva produce una serie di reazioni benefiche: migliora il microcircolo a livello dei tessuti e aumenta l’idratazione della delicata mucosa, riducendo latrofia vulvovaginale comune a quasi tutte le donne in menopausa e responsabile di secchezza, bruciore, prurito e dispareunia (dolore durante i rapporti); 

stimola la produzione naturale di collagene, sostanza fondamentale che ha tra le varie funzioni, anche quella di regolare la quantità di acqua presente nella cute, restituendo elasticità e compattezza al canale vaginale; 
riduce il dolore vulvare e vestibolare, migliorando la qualità di vita delle migliaia di donne colpite da vulvodinia;

contrasta un’ incontinenza urinaria da sforzo di lieve entità;
migliora il trofismo dei tessuti, cioè l’ossigenazione e il nutrimento a livello locale, con ripercussioni positive sia estetiche sia funzionali;
esercita un effetto lifting, grazie ai tessuti più turgidei ed 
elastici. 



UNA SEDUTA TIPO








Prima di iniziare un ciclo di trattamento con Eva, la donna si sottopone a un’accurata visita ginecologica, finalizzata anche a escludere che i disturbi ginecologici non abbia un’origine “patologica” (per esempio una vaginite o una cistite in fase acuta). Una volta escluse le cause specifiche che richiedono cure farmacologiche o altre terapie idonee, il medico stabilisce il protocollo  (regolazione di  Eva, numero di sedute e così via). 
A questo punto tutto è pronto per iniziare la seduta vere e propria, che consiste nell’introduzione in vagina di un manipolo ergonomico in materiale biocompatibile, che veicola le onde elettromagnetiche. Il tutto dura non più di 20 minuti. 
Dolore zero, fastidio tutt’altro. Le donne che sono già state sottosposte al trattamento raccontano, anzi, di una piacevole sensazione di calore, che non diventa mai eccessivo in quanto Eva è munito di rilevatore di temperatura e sensore di movimento. 

DOPO IL TRATTAMENTO



Aspetti positivi: la seduta non solo non ha effetti collaterali, ma non lascia strascichi di alcun tipo, tant’è vero che il protocollo non prevede tempi di recupero. Questo significa che dopo il trattamento è possibile riprendere non solo tutte le normali attività quotidiane, ma anche rapporti sessuali, visto che il tessuto trattato non presenta bruciature né abrasioni. 

TEMPI E COSTI






Un altro pregio del nuovo trattamento è la velocità d’azione. Risultati apprezzabili, infatti generalmente si raggiungono dopo solo 4 sedute, una ogni 14 giorni . Eva è già utilizzata in almeno 20 paesi nel mondo ma, nonostante sia eccellenza tutta italiana, ha iniziato a diffondersi da poco. Probabilmente questa è una delle ragioni per cui, almeno per ora, i trattamenti non sono passati al Servizio Sanitario Nazionale; anche se la situazione potrebbe cambiare tra breve. 
Un ciclo di 4 sedute può oggi costare da 800 a €1000, a seconda dello studio medico prescelto.














(Tratto da un servizio di Lorenzo al Resuli con la consulenza del dottor Filippo Murina, responsabile del servizio di Patologia del tratto genitale inferiore all’Ospedale v. Buozzi, università di Milano e direttore scientifico dell’associazione Italiana vulvodinia( Aiv).

 

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