Malassorbimento intestinale: cause e sintomi
Definizione
Per malassorbimento si intende il difettoso passaggio attraverso la mucosa dell’intestino tenue dei prodotti della normale digestione.
E’ quindi questo un meccanismo distinto dalla maldigestione, termine con cui si intende, invece, il venir meno della demolizione dei nutrienti e quindi l’impossibilità per l’intestino tenue sano di assorbirli. Per sindrome da malassorbimento si intende invece il corteo di sintomi e segni insorti a causa del malassorbimento. Infine, per enteropatia si intende il processo patologico cause del malassorbimento.
Fisiopatologia
L’ assorbimento dei nutrienti si realizza grazie a una serie di caratteristiche anatomiche e funzionali dell’intestino tenue cioè, da una parte, permettono il contatto tra nutrienti presenti nel lume e mucosa per un tempo adeguato, e dall’altro tengono sotto controllo la flora batterica, impedendo che questa interferisca con l’assorbimento dei nutrienti. Inoltre, mentre l’assorbimento della maggior parte dei nutrienti può verificarsi in qualunque porzione dell’intestino tenue, alcuni nutrienti vengono assorbiti in sedi specifiche e ben precise. È questo il caso del ferro che viene assorbito in larga misura nel piccolo intestino prossimale, del
calcio e dell’acido folico che vengono assorbiti nel digiuno prossimale, della vitamina B12 che , dopo il legame con il fattore intrinseco di origine gastrica, viene assorbita nell’ileo terminale.
Gli elementi che permettono un adeguato contatto tra nutrienti e mucosa enterica sono rappresentati dall’estensione della mucosa stessa e dall’ attività motoria dell’intestino tenue. Grazie alla presenza di pliche di Kerckring, villi intestinali e microvilli enterici la superficie utile dell’assorbimento raggiunge infatti i 200 mq.
I fattori che intervengono nel controllo della flora batterica sono rappresentati, oltre che dal sistema immunitario di mucosa, dalla secrezione acida gastrica, dalla peristalsi intestinale e dalla valvola ileo-ciecale. Le secrezioni gastriche e l’attività di controllo del piloro sul transito gastro-enterico riducono drasticamente la carica batterica che giunge nel tenue; la peristalsi intestinale impedisce la risalita nel tenue della flora batterica presente nel colon. Estensione della superficie assorbente, motilità intestinale e controllo della flora batterica sono collegati l’uno all’altro per cui all’alterazione patologica di uno corrisponderanno delle alterazioni secondarie degli altri, che in linea teorica, avranno un’azione compensatoria. Un tipico esempio è il noto aumento di lunghezza dei villi nell’intestino residuo dei pazienti affetti da sindrome dell’intestino corto.
Quadro clinico
L’entità della sindrome da malassorbimento dipende dalla sede del tratto colpito. Nel caso di un’enteropatia a carico di un tratto limitato di intestino tenue ma responsabile dell’assorbimento specifico di un nutriente il paziente svilupperà una sindrome da malassorbimento selettivo. L’interessamento del piccolo intestino prossimale comporta un malassorbimento di ferro e quindi anemia sideropenica. L’interessamento della prima parte del digiuno può comportare o un malassorbimento di folati con conseguente insorgenza di anemia megaloblastica o un malassorbimento di calcio con conseguente osteoporosi. L’interessamento dell’ultima ansa ileale ostacola l’assorbimento della vitamina B12 e quindi determina anemia megaloblastica e, nei casi più gravi, neuropatie centrali e periferiche. Se invece l’enteropatia coinvolge la maggior parte della superficie mucosale, è molto probabile che il paziente
sviluppi una sindrome da malassorbimento globale con sintomi e segni dovuti sia al mancato utilizzo dei nutrienti sia alla persistenza dei nutrienti non assorbiti nel lume intestinale.
Tra i sintomi causati dal mancato utilizzo dei nutrienti, ricordiamolo astenia e il calo ponderale dovuti al malassorbimento dei nutrienti in toto, gli edemi declivi per il malassorbimento di proteine e una serie di deficit nutrizionali specifici. Il deficit di vitamina K comporta un venir meno della sintesi epatica dei fattori della coagulazione vitamina K dipendenti, in primis del fattore VII, con conseguenti manifestazioni emorragiche. Un malassorbimento di vitamina D comporta il rachitismo nel bambino e osteoporosi e osteomalacia nell’adulto. Un deficit di vitamina A comporta glossiti, ulcere aftoidi del cavo orale, distrofie cutanee caratterizzate dalla perdita di elasticità della cute. Il deficit di vitamina A può essere responsabile di una rara ma caratteristica forma di alterazione della vista, emeralopia o cecità notturna. Il deficit di vitamina E sembra essere responsabile di neuropatie centrali e periferiche. I sintomi dovuti alla persistenza dei nutrienti nel lume intestinale sono rappresentati dal meteorismo, dai dolori addominali, dalla diarrea e dalla steatorrea.
Diagnosi
Nella pratica clinica è molto frequente imbattersi in pazienti affetti da enteropatia la quale è causa di un malassorbimento la cui espressione clinica, cioè la sindrome da malassorbimento, può essere modesta e ingannevole; si ritiene cioè che una volta sospettato il malassorbimento , sulla base del quadro clinico,
il medico debba ricercare direttamente l’enteropatia che sta alla base. La biopsia duodenale verrà effettuata nel sospetto di enteropatie diffuse e di linfangectasia intestinale; clisma del tenue e videocapsula endoscopica verranno utilizzate per escludere le enteropatie focali; gli esami coprologici delle feci nel sospetto di parassitosi e un’attenta anamnesi mirata sarà utilissima nel sospetto di contaminazione batterica del tenue, sindrome dell’intestino corto e di enterite attinica.