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Intolleranze alimentari

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L’intolleranza alimentare è una condizione molto frequente nel mondo occidentale. Le intolleranze alimentari riconoscono molti meccanismi immunopatologici: effetto farmacologico di componenti di alcuni alimenti, difetto enzimatico o di trasporto di alcuni carboidrati oppure sensibilità non celiaca (Celiachia) al glutine.

 

 

 

Effetto farmacologico dei componenti alimentari 


Negli alimenti possono essere presenti salicilati, istamina, glutammato, caffeina con potenziale attività farmacologica che, talvolta, possono provocare delle manifestazioni cliniche. La fisiopatologia di tali manifestazioni non è stata ancora chiarita, 
ma potrebbe rappresentare la conseguenza dell’attività di questi composti sul sistema neuroendocrino gastrointestinale. 
Difetti enzimatici o di trasporto 
Questo gruppo comprende le intolleranze a una serie di carboidrati a corta catena che vengono solo parzialmente metabolizzati a livello del piccolo intestino, arrivando per la maggior parte immodificati nel colon. Globalmente questi carboidrati vengono chiamati FODMAP. (Oligosaccaridi (fruttani e galattani), Disaccaridi (Lattosio), Monosaccaridi (fruttosio) e Polioli o polialcoli (come sorbitolo, mannitolo, xilitolo e maltitolo).
Il lattosio è una delle cause più frequenti di sintomi gastrointestinali da intolleranza alimentare; i sintomi si manifestano solo in alcuni individui, in coloro  cioè che mancano della capacità di scindere il lattosio in glucosio e galattosio, a causa della non persistenza della lattasi, enzima presente sul brush border dei villi intestinali.

 

 

 

 

Il fruttosio è un monosaccaride presente in natura nella frutta e nel miele, ma è sempre più frequentemente prodotto industrialmente e utilizzato come dolcificante. Il suo assorbimento è limitato dalla quantità di trasportatori disponibili. I due principali meccanismi di trasporto sono il GLUT-2, un cotrasportatore che permette l’assorbimento di fruttosio insieme al glucosio in rapporto 1:1, e il GLUT-5  che trasferisce il fruttosio  indipendentemente mediante diffusione facilitata. Uno squilibrio tra glucosio e fruttosio o un eccesso di quest’ultimo comportano la presenza di fruttosio immodificato al livello colico.
I fruttani sono carboidrati a catena corta costituiti da polimeri lineari o ramificati di fruttosio. I principali elementi sono inulina, oligofruttosio e i frutto-oligosaccaridi. La mancanza degli enzimi preposti alla digestione impedisce il loro assorbimento nel piccolo intestino che nell’uomo non supera il 5%.
I galattani (raffinosio, stachiosio e verbascosio) sono polisaccaridi costituiti dall’unione di più molecole di galattosio insieme ad altri esosi e pentosi. I polioli (mannitolo, xylitolo e sorbitolo) sono carboidrati idrogenati contenenti più gruppi ossidrilici molto usati come dolcificanti. Polioli e galattani raggiungono il colon senza essere digeriti per mancanza di enzimi specifici. All’arrivo nel colon questi carboidrati vengono fermentati dal microbiota con : 


  • produzione di gas come H2, CH4 e CO2;
  • diminuzione del pH colico e aumento della flora acidofila;
  • produzione di molecole osmoticamente attive, come acidi grassi a catena corta (lattato, piruvato, acetato). 
L’osmolarità luminale colica aumenta molto per la presenza sia di questi acidi grassi sia di carboidrati ancora non metabolizzati. 

 

 

 



Diagnosi 

L’iter diagnostico si avvale di un’accurata anamnesi del paziente, approfondendo in particolare le abitudini alimentari. Fondamentale è ricercare l’associazione tra l’assunzione di un determinato alimento e l’insorgenza delle manifestazioni cliniche, con la riduzione di queste ultime se l’alimento viene abolito dalla dieta. 
Per lattosio e fruttosio esistono dei test specifici che permettono di individuare l’intolleranza. Si tratta dei breath test, esami che misurano la quantità di idrogeno presente nell’aria espirata dal paziente dopo un carico del carboidrato da indagare. L’idrogeno infatti è prodotto unicamente dalla fermentazione da parte della microflora intestinale di questi  carboidrati. La presenza di un rialzo dei livelli di idrogeno nell’aria espirata dopo un dato tempo dall’assunzione del carico del carboidrato significa che tale carboidrato non è stato completamente assorbito ed è arrivato 
immodificato al livello colico. Le uniche intolleranze diagnosticabili sono attualmente quelle ai disaccaridi e al glutine (celiachia ). 

 

Terapia 
Viene posta molta attenzione alla possibilità di una dieta povera di FODMAP seguito da una graduale reintroduzione nella dieta di alimenti ricchi di tali composti. Sebbene studi recenti dimostrano la capacità di una dieta povera di FODMAP di ridurre notevolmente la sintomatologia in pazienti affetti da patologie digestive funzionali, in particolare in quelli con sindrome dell’intestino irritabile, oggi mancano studi controllati che dimostrino la sua efficacia.

 

 

 

 

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