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Ipoacusia: che cos’è e come si cura

 

L'ipoacusia è un problema dell'udito che si manifesta quando non si sentono bene i suoni o non si capiscono bene le parole. L'ipoacusia infantile può essere dovuta a cause prenatali, cause perinatali, cause postnatali. L'ipoacusia nell'adulto può essere distinta in presbiacusia e ipoacusia da rumore. L'ipoacusia da rumore può conseguire a occasionale esposizione a rumori particolarmente intensi o più frequentemente, a una prolungata esposizione a rumori di elevata pressione acustica. Per alcuni tipi di ipoacusia, come la presbiacusia, si può fare ricorso alle protesi acustiche.Il trattamento dell’ipoacusia dipende dalle cause scatenanti. In alcuni casi il problema si risolve eliminando il tappo di cerume o l’accumulo di liquido (insufflazioni endotimpaniche), in altri con una terapia farmacologica mirata, in altri ancora con un intervento chirurgico.L'ipoacusia può interessare un solo orecchio (ipoacusia monolaterale) o tutte e due (ipoacusia bilaterale).
Ipoacusia

 

Che cos’è l’ipoacusia?

L’ipoacusia è una riduzione, più o meno grave, dell’udito, che si manifesta quando non si sentono bene i suoni o non si capiscono bene le parole.  Solitamente, l’orecchio di un soggetto giovane è in grado di udire suoni di frequenza compresa tra i 20 e i 20.000 Hz e di intensità pari o inferiore a 20-25 dB. Tale limite si riferisce a un livello di soglia audiometrica al quale solitamente non corrisponde alcuna sensazione soggettiva di deficit uditivo.

L’ipoacusia può essere unilaterale o bilaterale e di entità lieve, media, grave e gravissima (gradazione che può basarsi sul giudizio soggettivo del paziente sulla determinazione della soglia audiometrica). La perdita completa unilaterale dell’udito è definita anacusia, la perdita totale bilaterale cofosi.




Ipoacusia: classificazione

In rapporto alla sede per danno l’ipoacusia può essere classifcata in :

Trasmissiva: espressione di una lesione a carico dell’ apparato di trasmissione (orecchio esterno e medio); si presenta, solitamente, estesa a tutte le frequenze del campo tonale o, in modo più accentuato, sulle frequenze medio-gravi; l’entità del deficit  non supera i 50-60 dB.

Neurosensoriale: espressione di una lesione a carico dell’apparato di trasduzione (cellule cigliate) o di trasmissione del segnale ai centri nervosi (nervo acustico); può quindi essere suddivisa in:

  • Cocleare: se il danno è localizzato alle cellule cigliate;
  • Retrococleare: danni a livello del nervo acustico;
  • Mista:  ha una componente di ipoacusia conduttiva e una di ipoacusia neurosensoriale
  • Percettiva: espressione di una sofferenza delle vie uditive centrali: in questo caso la soglia audiometrica può essere normale, ma sono significativamente alterate le capacità discriminative.




Ipoacusie neurosensoriali

Le  ipoacusie neurosensoriali sono causate da processi degenerativi dell’epitelio sensoriale dell’orecchio interno, frequentemente a carico dell’organo di Corti; sono distinte in primitive o secondarie a processi morbosi che interessano altre parti dell’ apparato uditivo.

Le ipoacusie infantili possono essere dovute a:

  • Cause prenatali: fattori ereditari a carattere recessivo (ipoacusia tipo Scheibe) o dominante (ipoacusia tipo Mondini) , talora  responsabili di malformazioni associate ( sindrome di Waardenburg, sindrome di Usher, sindrome di Alport, sindrome di Pendred) ; aberrazioni cromosomiche (trisomia 21 o sindrome di Down), infezioni (rosolia, sifilide, toxoplasmosi), intossicazione (talidomide, aminoglicosidi, chinino, salicilati, diuretici), malattie (diabete) in corso di gravidanza, in particolare nei primi tre mesi.
  • Cause perinatali: prematurità o pos maturità fetale, traumi da parto, anossia da parto, ittero neonatale per incompatibilità Rh;
  • Cause postnatali: malattie virali (parotite, morbillo, influenza) sostenute da ceppi neurotropi, meningiti, intossicazione (aminoglicosidi).

 

Ipoacusie neurosensoriali nell’adulto

Nell’adulto le più frequenti forme di ipoacusia neurosensoriale sono la presbiacusia e l’ipoacusia da rumore.

  • Si definisce presbiacusia una riduzione della sensibilità uditiva per fenomeni di invecchiamento fisiologico del sistema uditivo, frequente dopo i 60 anni di età. Il deficit uditivo è di tipo neurosensoriale, simmetrico coinvolgente inizialmente le frequenze acute, successivamente quelle medie, da ultime quelle gravi.
  • L’ipoacusia da rumore può conseguire a occasionale esposizioni a rumori particolarmente intensi o, più frequentemente, a una prolungata esposizione a rumori di elevata pressione acustica. Se si espone un soggetto normacusico a un rumore intenso, si osserva una deriva di soglia uditiva che corrisponde alla differenza tra la  soglia  in condizioni di riposo acustico e quello ottenuta dopo la stimolazione sonora. La TTS  esprime quindi un deterioramento della capacità uditiva del soggetto che segue alla cessazione dello stimolo e che tende ad esaurirsi in un tempo di durata variabile. I sintomi dell’ipoacusia professionale da rumore sono sordità progressiva, difficoltà alla comprensione delle parole e dei suoni in ambiente rumoroso, acufeni (fischi, ronzii, fruscii, pulsazioni), iperacusia (ridotta capacità di tollerare rumori esterni).




Come si cura l’ipoacusia?

La terapia medica e spesso empirica e, in rapporto al suo aspetto eziopatogenetico, si possono utilizzare differenti tipi di farmaci quali:

  • vasodilatatori, ipotizzando lo spasmo come cause dell’ipoacusia;
  • corticosteroidi a effetto antinfiammatorio, antiedemigeno;
  • anticoagulanti per ridurre la viscosità ematica;
  • antiaggreganti per diminuire l’aggregazione piastrinica, glicerolo;
  • antiedemigeno nelle forme idropiche;
  • antivirali per la possibile etimologia virale, ossigenoterapia iperbarica.

Le ipoacusie neurosensoriali bilaterali medio gravi possono essere corrette con l’applicazione di protesi acustiche. Il problema è particolarmente importante nel caso in cui tali forme siano presenti alla nascita o insorgono nei primi anni di vita, perché il bambino sordo non è in grado di acquisire il linguaggio e diviene così sordomuto. Nelle forme più gravi, nelle quali la protesizzazione acustica tradizionale non è in grado di garantire una sufficiente discriminazione vocali, si ricorre oggi all’ impianto cocleare.

 




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(Dionigi chirurgia, Chirurgia Specialistica, Renzo Dionigi e P. Cabitza, G. Carcano, P Castelli, P. Castelnuovo, G. Dionigi, . Locatelli, G.B. Parigi, P. Rigatti, A. Stella, L. Valdatta, Sesta Ed. Edra, 2017)

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