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Reiki# Malattia# Senso di colpa#Repressione sentimenti#

La malattia, maestra di vita

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Arie Luijerink nel suo volume dedicato al primo livello Reiki, riferisce il caso di una donna. 
Questa dichiarava di essere posseduta da un demone che le provocava enormi sofferenze, inviatele, a suo dire, da una setta malvagia. 
Era questa una donna tranquilla, che non si arrabbiava mai e mostrava molta disponibilità nei confronti di tutti. 
Quando provava un sentimento di rabbia, inconsciamente lo respingeva con tutte le sue forze. 


E, con il tempo, era giunta a considerarlo come qualcosa di esterno, che le era stato inviato: un demone, appunto, che si annidava dentro di lei. 
Fu iniziata al Reiki e arrivata al secondo livello, cominciò a mandare a quel demone il Reiki senza sentimenti di odio. 
E così il demone cominciò piano piano a rimpicciolirsi, fino a sparire. 
Il punto è che la donna aveva compreso che la sua rabbia era giusta e che doveva quindi dimostrarla, senza necessariamente dare in escandescenze, e non soffocarla, reprimerla. 
La repressione dei sentimenti e delle emozioni è infatti proprio una causa della formazione dei blocchi, con conseguente nascita della malattia. 
Ma ciò che viene represso non è negativo in sé : diventa tale proprio in quanto represso. 


Al momento della nascita, l’energia fluisce armoniosamente nel nostro organismo. 


Già durante l’infanzia, per molti motivi sentiamo la necessità di reprimere dei sentimenti e delle emozioni, ritenendo, naturalmente, di farlo per il nostro bene. 
Se per esempio subiamo da parte dei genitori forti ricatti morali,” ti sei comportato male e io non ti voglio più bene, che sarebbe come dire che non meritiamo il loro amore”, si crea in noi un senso di profonda inadeguatezza e dei sentimenti di colpa. 




Da qui nascono i blocchi. 
Con il passare del tempo essi aumentano, impedendo in modo più o meno forte il passaggio dell’energia. 


Così anche l’energia, costruita dai blocchi, si manifesta sotto forma di emozioni negative, che noi cerchiamo ulteriormente di reprimere per timore che, esternandole, si crea il vuoto intorno a noi. 
L’amore e l’accettazione portano però alla loro purificazione, e le emozioni resteranno così prive di ogni negatività e quindi non nocive. 
Visto in questa ottica, la malattia è quindi utile per farci comprendere il nostro disagio interiore e la necessità di cambiare strada, di trasformare il nostro essere. 
Con questo non auguro a nessuno di ammalarsi, né consiglio di attendere ansiosamente la malattia come una manna dal cielo.  
Semplicemente intendo sottolineare qual è il ruolo della malattia.




(Tratto da: Reiki di Giuliana Lomazzi)

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