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Menta: un rimedio universale e antichissimo

 

 

 


Un rimedio universale e antichissimo 




La menta era già nota agli Egizi, e lo conferma il fatto che venga frequentemente citata su iscrizioni varie e su molti papiri, dove si consiglia infatti un rimedio per combattere la nausea: passare un 

po’ di menta sotto le narici. Gli Ebrei distribuivano rametti di menta nelle sinagoghe. I Romani la usavano per aromatizzare vino e salse, ma non solo. Plinio ne suggeriva vari usi terapeutici: alleviare cefalea  per mezzo di impacchi sulle tempie e placare i disturbi di stomaco ingerendo un infuso. Ai Greci piaceva confezionare ghirlande con cui cingersi il capo. E nel Rinascimento la si utilizzava contro il vomito e il mal di stomaco. I giapponesi la apprezzavano al punto da portare con sé delle sfere piene delle fragranti foglioline. Ancora oggi nessun arabo potrebbe fare a meno di una tazza di tè alla menta, e davvero a ragione; infatti questa piantina possiede due doti preziosissime nei paesi caldi: calma la sete ed è antisettica. Nelle campagne dell’ Ucraina, quando qualcuno soffriva di mal di denti o mal di testa, si correva subito in farmacia a comprare l’olio essenziale di menta. Ma non è necessario spostarsi chissà dov’è per trovare la menta: basta andare dal dentista e notare che spesso, come anestetico, questo medico tanto temuto spruzzi un po’ di menta sulla gengiva, intorpidendola così per breve tempo. Qualche goccia di essenza sul fazzoletto combatte la stanchezza, il mal di testa e la nausea. E bastano 4 gocce per un pediluvio, benefico ai piedi stanchi. Invece, è meglio non fare spesso bagno e massaggi. Anche noi possiamo introdurre facilmente e vantaggiosamente la menta in casa nostra. Per esempio sotto forma di grandi mazzi profumati, che d’estate tengono lontani gli insetti fastidiosi. In alternativa possiamo aprire alla menta le porte della nostra cucina. Questa erba può essere utile sotto forma di infuso dissetante carminativo, sedativo per la nausea e il mal di stomaco  però sconsigliabile la sera perché risveglia, oppure sotto forma di bibite o sciroppo. 
O ancora possiamo prendere esempio dalla cucina sarda e preparare degli squisiti calzoni di pasta di pane, farciti di pecorino grattugiato e menta secca tritata  e fritti in olio bollente. 




Menta, la ninfa 




Molte leggende e miti sono collegate alla menta. In uno di questi 
la ninfa Minta, figlia del fiume infernale Cocito, amava riamata Plutone, dio degli inferi, la cui moglie  Proserpina, colta da un accesso di rabbia e gelosia, calpestò la povera ninfa fino a farla 
a pezzettini. Dai frammenti spuntò la profumata pianticella che 
da allora portò il nome della sfortunata fanciulla. Di tutt’altro   tenore la leggenda che vede come protagonisti la Madonna, San Giuseppe e Gesù Bambino, anche questa volta in fuga dai soldati di Erode. Trovata una pianticella di menta, Maria rimasta talmente colpita dal profumo da desiderare il dissetarsi con il suo succo. La piantina emise allora delle gocce,  Maria la benedisse. Per questo motivo in latino medievale la menta si chiama Herba Sanctae Mariae. Un’altra versione, invece, che fa derivare il nome dall’uso di spargerla sui pavimenti delle chiese, ci porta all’usanza ebraica di distribuirla nelle sinagoghe, conferma dell’universalità di questa pianta.

 

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 Uso consigliato:

  • massaggi bagni
  • inalazioni e suffumigi
  • impacchi freddi 


Avvertenze particolari

  • usare sempre diluito
  • potenzialmente irritante per pelli sensibili 

 

Specie utilizzate:  Mentha piperita, arvensis var, piperascens e altre.

Famiglia: Labiate

Provenienza: Europa, Asia, Africa

Parti usate: foglie

Colore dell’olio: da giallo chiaro a area giallo verde a verde

Profumo: fresco, penetrante

Proprietà: analgesiche (leggermente), antifermentative, antispasmodiche, digestive, dissetanti

Avvertenze: ad alte dosi provoca prurito e impedisce il sonno



(Tratto da Aromaterapia di Giuliana Lomazzi)

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