Rosolia: sintomi e come si contrae
Definizione
La rosolia è una malattia infettiva virale, caratterizzata da tumefazioni linfoghiandolari retronucali ed esantema maculopapuloso. La rosolia è una malattia pericolosa in gravidanza, il virus riesce ad attraversare la placenta e può così trasmettersi all’embrione o al feto. La rosolia è provocata dal virus a RNA a singola elica del genere Rubivirus, di forma sferica e con un diametro di 40 e 80 nm; appartiene alla famiglia dei Togavirus. Il periodo di incubazione è compreso tra 16 e 21 giorni. La fase prodromica è di breve durata (24-36 ) ore ed è caratterizzata, nei bambini da un lieve processo infiammatorio faringeo e da un modesto rialzo febbrile.
Epidemiologia della rosolia
La vaccinazione antirubeolica ha comportato la riduzione della morbilità e lo spostamento della prevalenza nella fascia di età compresa tra i 15 e i 20 anni. Prima dell’epoca vaccinale, nei paesi industrializzati il profilo epidemiologico era caratterizzato da recrudescenze epidemiche che si verificavano in inverno e primavera a distanza di 3-8 anni, intervallo per l’accumulo di soggetti suscettibili. L’unico serbatoio del virus è l’uomo e il contagio avviene per via aerea tramite le secrezioni respiratorie infette (droplets).
Rosolia : segni e sintomi
Il periodo di incubazione è compreso tra 16 e 21 giorni. La fase prodromica è di breve durata ed è caratterizzata, nei bambini, da un lieve processo infiammatorio faringeo e da un modesto rialzo febbrile. La più precoce e duratura manifestazione clinica è la linfoadenite, che inizia a rendersi evidente da una settimana a qualche giorno prima dell’insorgenza della febbre e dell’esantema.
Sono interessati i linfonodi suboccipitali e auricolari posteriori. L’esantema inizia al volto e alla nuca e si estende in senso craniocaudale, interessando, nel volgere di 24 ore, dapprima il tronco e gli altri superiori e poi gli arti inferiori. E’ costituito da elementi maculosi e maculopapulosi rotondeggianti di 2-5 mm e non confluenti.
L’esantema in seconda giornata si attenua e contemporaneamente alla febbre regredisce nel volgere di 3-4 giorni. Negli adulti, in genere la malattia è più seria rispetto a quella dei bambini; comporta una maggiore compromissione delle condizioni generali e, già nel periodo prodromico, molti pazienti lamentano una spiccata astenia; la febbre è più elevata (38-39° C). L’esantema è più accentuato, talvolta pruriginoso e si accompagna ad atralgie; i linfonodi nucali sono frequentemente dolenti alla palpazione.
La rosolia non provoca sempre lo stesso classico quadro clinico, nel 25-30% dei casi mancano esantema e la malattia è caratterizzata da febbre modica e linfadenite retroauricolare e nucale; nel 20 25% dei casi circa, l’infezione ha decorso asintomatico ed è testimoniata dal movimento anticorpale.
Complicanze della rosolia
Le complicanze riferibili direttamente o indirettamente all’azione del virus sono le artropatie, la porpora trombocitopenica e la nevrassite.
- Artropatie: transitoria compromissione articolare a carico delle articolazioni delle dita, dei polsi e delle ginocchia, rara in età pediatrica, risulta più frequente nell’adulto, specialmente nelle donne, si evidenzia durante la fase esantemica che regredisce nel volgere di 4-5 giorni talvolta la compromissione articolare acquista l’aspetto di una vera e propria artrite con dolore, gonfiore e limitazione dei movimenti. La sintomatologia si attenua dopo 6-7 giorni, ma la regressione completa si verifica di solito dopo alcune settimane.
- Porpora trombocitopenica: è una complicanza piuttosto rara, che colpisce più frequentemente i bambini rispetto agli adulti. Le manifestazioni emorragiche che compaionodopo l’inizio dell’esantema; sono costituite da ecchimosi e petecche, alle quali si associano gengivorragie, epistassi e talvolta ematuria.
- Nevrassite: le forme meningoencefalitiche che quelle encefaliche sono le più frequenti. La panencefalite progressiva è una rara complicanza caratterizzata da un’infezione cronica del sistema nervoso centrale con persistenza per anni del virus in forma asintomatica, seguita da sintomi di deterioramento neurologico durante la seconda decade di vita: disturbi comportamentali, declino intellettivo, spasticità progressiva che portano a morte nel volgere di 8 anni.
Rosolia in gravidanza
La rosolia presenta alti rischi per il feto soprattutto se viene contratta all’inizio della gravidanza. Nelle prime settimane di gestazione, l’infezione può determinare aborto e malformazioni cardiache, oculari (cataratta, microftalmia, glaucoma, retinite pigmentaria) e neurologiche (microcefalia). Successivamente può causare la cosiddetta sindrome espansa di rosolia congenita (esantema cronico, epatite, polmonite interstiziale ecc..). I neonati con rosolia congenita possono eliminare il virus per diversi mesi. Sono possibili anche sequele tardive come alcune endocrinopatie, sordità, danni oculari, la panencefalite progressiva e un aumentato rischio di ritardo dello sviluppo, compreso l’autismo.
Diagnosi
La diagnosi clinica al di fuori al degli episodi epidemici non è facile poiché molte infezioni possono presentarsi con un quadro simile. La diagnosi di laboratorio si fonda sulla dimostrazione nel siero delle IgM specifiche. Le IgM persistono nel siero per 1-3 mesi.
Rosolia: prevenzione
La malattia è soggetta a notifica obbligatoria. Il vaccino contro la rosolia, costituito da virus vivente attenuato, è in genere combinato con il vaccino contro il morbillo e la parotite. La vaccinazione prevede la somministrazione di due dosi. La prima a partire dai 12 mesi compiuti e comunque entro 15 mesi di età, La seconda è attualmente prevista a 5-6 anni.
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