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Schistosomiasi: cos’è, come si contrae

Che cos’è la schistosomiasi?

La schistosomiasi,  nota anche come bilharziosi, è una delle più importanti malattie parassitarie causate da trematodi del genere schistosoma responsabili di circa 300 milioni di casi di infestazione a livello mondiale. E’ contratta dal camminare a piedi  nei terreni umidi e dal fare il bagno nei fiumi. La malattia si manifesta prima con lesioni cutanee nel luogo dove la cercaria ha attraversato la pelle (dermatite papulosa). Poi sopravvengono i sintomi generali: febbre, cefalea, disturbi intestinali, talvolta orticaria gigante. Il parassita diventa adulto in 3 mesi e si installa nelle vene della vescica. Il periodo di stato è caratterizzato da: disuria, pollachiuria ed ematuria terminale. Vi possono essere fistole urinarie, ulcere, calcoli e papillomi e talvolta carcinoma della vescica. La diagnosi è stabilita con esame microscopico delle urine nelle quali si trovano le uova del parassita.




Eziologia

La schistosomiasi si contrae attraverso la penetrazione transcutanea delle cercarie: gli individui che lavorano con i piedi nell’acqua, soprattutto nelle risaie, sono particolarmente esposti. Il maschio del parassita è una fasciola piatta i cui bordi rialzati formano una specie di grondaia nella quale alloggia la femmina. Le bilarzie vivono nelle vene del malato. Dopo la fecondazione,  la femmina emigra verso i piccoli vasi e penetra nella vescica o nel lume intestinale e le uova sono eliminate nelle urine o nelle feci; hanno una valvola e possiedono uno sperone. Le uova e escrete possono vivere fino a 15 anni; si schiudono nell’acqua e nasce un embrione  cigliato o “miracidium” che evolve nei molluschi del genere “Biomphalaria, “Bulinus, “Oncomelania, si localizza nel fegato e nel pancreas. Il miracidium si trasforma  in cercaria e ha una lunga coda forcuta; lascia il mollusco, va nell’acqua (dove può vivere 24 ore) e infetta l’uomo attraversando la pelle; la cercaria perde allora la sua coda e va ad alloggiare nelle vene del soggetto. I vermi provocano manifestazioni allergiche nella fase di invasione, poi le uova causano lesioni ulcero- granulomatose viscerali.




Come si manifesta la schistosomiasi?

Si riconoscono una forma acuta e una cronica della malattia.

Forma acuta

La forma acuta, generalmente asintomatica nelle popolazioni che vivono in aree endemiche, è osservata più spesso negli individui non immuni che vivono in aree urbane e nei viaggiatori esposti per la prima volta al infestazione. A distanza di 20-50 giorni dall’ avvenuta esposizione compaiono: febbre elevata, tosse, epatosplenomegalia, malessere generale e importante eosinofilia periferica ( febbre Katayama).

Forme croniche

Le forme croniche vengono osservati a distanza di mesi o anni dall’avvenuta infestazione e spesso sono misconosciute a lungo. La forma urogenitale (provocata da S. haematobium) è contraddistinta da sintomi che simulano un’ infezione delle vie urinarie, pollachiuria, disuria, senso di peso in regione perineale accompagnata da micro-macroematuria Nei quadri di lunga durata si osservano poliposi vescicale e stenosi ureterale con idronefrosi. Il carcinoma a cellule squamose della vescica è una complicanza a lungo termine di questa infestazione. La forma intestinale si presenta con: diarrea, muco ematico, dolori addominali crampiformi, tenesmo rettale. Anche in questo caso la mucosa intestinale può andare incontro ad alterazioni di tipo iperplastico (polipi e papillomi talora ulcerati) e fibrotico. Nelle forme causate da S. manson e S. japonicu si assiste al coinvolgimento epatosplenico indotto dalla reazione granulomatosa nei confronti delle uova. La progressiva fibrosi parenchimale è responsabile di quadri clinici simile a quello osservati in corso di cirrosi (ematemesi e melena da rottura di varici esofagee,  ascite e splenomegalia). La coinfezione con il virus dell’epatite C, frequente in Egitto, accelera la progressione della malattia. In circa il 10% dei pazienti con fibrosi epatica è possibile dimostrare anche ipertensione polmonare.

Esami di laboratorio

  1. Ricerca ed identificazione delle  uova nelle feci o nelle urine a seconda della forma di schistosomiasi; la gravità dell’infezione si misura con il numero di uova per grammo di feci.
  2. Si può anche ricorrere alla fissazione del complemento o di altre reazioni sierologiche (immunofluorescenza indiretta, immunoelettroforesi).
  3. Le forme con splenomegalia presentano una iperleucocitosi marcata, con numerosi leucociti giovani; più tardi si osserva un’ anemia con leucopenia e mononucleosi da ipersplenismo​.




Diagnosi

La diagnosi definitiva, in presenza di dati epidemiologici, si basa sulla dimostrazione delle uova degli schistosomi  ricercata nelle urine o su campioni di feci. Le uova possono essere dimostrate anche su biopsie rettali e occasionalmente subiopsie epatiche. La sierologia è utile soprattutto per la diagnosi di infestazione acuta. Sono disponibile anche test antigeni che utilizzano siero o urina.

Terapia

I farmaci quale praziquantel in singola somministrazione è efficace contro tutte le specie ed è impiegato nelle campagne di trattamento di massa.

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