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Spondilite anchilosante: cos’è e quali sono i sintomi




 

 

 

 

la spondilite anchilosante è una malattia infiammatoria cronica siatemica. La spondilite anchilosante colpisce generalmente soggetti giovani. La spondilite anchilosante si presenta in genere con un dolore in sede lombo-sacrale . la spondilite anchilosante ha una prognosi buona solo se diagnosticata precocemente.

 

Che cos’è la spondilite anchilosante?

La spondilite anchilosante è una malattia infiammatoria cronica sistemica che colpisce le articolazioni vertebrali e sacro-iliache ed è caratterizzata da una rigidità progressiva della colonna vertebrale che evolve verso l’anchilosi. La spondilite anchilosante colpisce generalmente soggetti giovani, con un picco di età compresa tra i 20 e i 30 anni. L’eziologia non è nota, ma fattori genetici e ambientali, svolgono un ruolo significativo nella patogenesi. L’associazione genetica più stretta è stata trovata con l’antigene di istocompatibilità HLA B27, presente in oltre il 90% dei soggetti affetti dalla malattia. 

 

Quali sono i sintomi della spondilite anchilosante?

Il sintomo clinico più tipico e precoce consiste nella comparsa di una rachialgia a carattere infiammatorio, che rappresenta la manifestezione di esordio nel 75% dei casi. Si tratta in genere di un dolore in sede lombo-sacrale (ma puoi iniziare anche in altre regioni della colonna) con esordio insidioso, presente anche nelle ore notturne, associato a rigidità mattutina e a miglioramento con l’esercizio fisico. Inizialmente il dolore può essere intermittente, a remissione spontanea, per divenire sempre più frequente e quindi persistente in un periodo di tempo variabile da pochi mesi a diversi anni. Frequentemente all’esordio della malattia vengono interessate le articolazioni sacro-iliache, con un dolore localizzato in regione presacrale e glutea, con possibile radiazione posteriore della coscia e al poplite, tipo sciatalgia, che non scende però al di sotto del ginocchio (sciatica mozza) e può alternarsi da un lato all’altro (alternante).

Nel 25% dei casi la spondilite si accompagna ad artriti periferiche, localizzate preferibilmente alla spalla, al ginocchio ed alle articolazioni tibio-tarsiche. Nella forma giovanile ( prima dei 20 anni) la coxite è frequente.




 

 

Manifestazioni extra-articolari

Nelle fasi precoci della malattia possono essere presenti modesti sintomi costituzionali quali: anoressia, malessere, perdita di peso, febbricola, più frequenti nelle forme a esordio giovanile. In alcuni soggetti l’astenia è un sintomo dominante oltre al dolore e alla rigidità articolare. La manifestazione scheletrica più frequente nella spondilite anchilosante è l’uveite anteriore. 

Nel 2% dei pazienti si può verificare una fibrosi apicale.

Nel 60% dei pazienti con spondilite anchilosante sono dimstrabili lesioni infiammatorie clinicamente silenti della mucosa intestinale a livello dell’ileo e del colon. 

A livello neurologico può essere legato a dislocazione da frattura del rachide.

 

Come viene diagnosticata la spondilite anchilosante?

La presenza di una lombalgia infiammatoria è l’elemento chiave per la diagnosi di SA. Inoltre, una storia familiare positiva per SA (in particolare un parente di primo grado affetto da SA) aumenta la probabilità di avere tale malattia in un paziente con lombalgia infiammatoria.

  1. Radiografia del bacino di infiammazione delle articolazioni sacroiliache (sacroileite).
  2. La determinazione dell’HLA-B 27, tale test può essere utile a fini diagnostici.
  3. La risonanza magnetica delle articolazioni in fase precoce è  attualmente la metodica di immagine più frequentemente utilizzata nella diagnosi di SA.

 

Qual è la prognosi della spondilite anchilosante?

 

La malattia in genere ha un decorso lento e la prognosi quoad valetudinem è pertanto buona, a patto che venga riconosciuta e trattata il più precocemente possibile. Anche la prognosi quoad vitam è buona se non c’è l’impegno extrarticolare. Le principali cause di morte legate alla malattia dipendono da alterazioni cardiovascolari (insufficienza aortica), impegno renale e complicanze respiratorie e iatrogene (emorragie gastrointestinali da FANS).

 




Terapia

La fisioterapia, le corrette abitudini posturali, i farmaci antiinfiammatori non steroidei (FANS) sono alla base del trattamentodel dolore e della rigidità causate dalla SA. I FANS comunemente utilizzati sono il diclofenac, naproxene, piroxicam e di recente sono stati introdotti gli inibitori specifici della Cox-2 come celecoxib e etoricoxib. Il blocco del tnf-alfa è diventato rapidamente la pietra miliare della terapia dopo il fallimento dei fan. Dopo l’approvazione di infliximab sono disponibili altri quattro anticorpi monoclonali che sono: Adalimumab, Etanercept, Golimuma, Certolizumab. La scelta di quale farmaco utilizzare deve considerare le altre manifestazioni della spondilite anchilosante, ad esempio in presenza di uveite o MICI etanercept non è efficace. Recenti studi suggeriscono che occorrono circa 4 anni affinchè il trattamento con Anticorpi Monoclonali sia efficace. Il trattaamento della SA dovrebbe essere impostato su ciascun paziente in base alle manifestazioni cliniche (coinvolgimento assiale, periferico, entesitico, extrarticolare), al grado di attività e di severità della malattia e alla rapidità evolutiva e andrebbe iniziato il più precocemente possibile, prima che si instaurino danni articolari.

 

 

 

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