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Tiroidite di Hashimoto

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Non si parla spesso di tiroidite di Hashimoto, eppure è piuttosto diffusa. A soffrire di questa malattia della tiroide sono soprattutto le donne, il rapporto di 6 a 1 rispetto agli uomini.




Introduzione




La tiroide è una ghiandola a forma di farfalla posta alla base del collo, importante per molte funzioni dell’organismo. Ha un ruolo fondamentale nello sviluppo del sistema nervoso e di quello sessuale, regola il metabolismo e la temperatura del corpo, interviene nello sviluppo dello scheletro, influisce sul ritmo sonno-veglia e sulla salute della pelle e dei capelli. Può succedere, però, che inizia a funzionare male. A volte troppo, rispetto alle esigenze dell’organismo, ed ecco l’ipertiroidismo. A volte poco, ed è il caso dell l’ipotiroidismo. I motivi non sono ancora del tutto chiari. Di certo hanno un ruolo gli ormoni femminili e lo dimostra l’alta incidenza di disturbi tra le donne. Inoltre, si ammala con più facilità chi ha una dieta povera di sodio. 




La tiroidite di Hashimoto



Gigi Hadid è malata di tiroide di Hashimoto da due anni



È un’infiammazione cronica.  Ancora oggi sono in molti 
a credere che la tiroidite di Hashimoto sia un’infezione che si trasmette come una qualsiasi malattia virale. Invece, si tratta di un’infiammazione cronica della tiroide, scatenata da un funzionamento anomalo del sistema di difesa dell’organismo. Per ragioni che non sono ancora del tutto note, le cellule del sistema immunitario scambiano la tiroide per un nemico e la attaccano. Questo indebolisce la ghiandola che, di conseguenza, non è più in grado di funzionare normalmente e di produrre gli ormoni tiroidei che servono all’organismo per funzionare bene. 






Anatomia patologica

Nella forma tipica la tiroide è modicamente, diffusamente ingrandita, ma esiste anche la forma focale mono o bilaterale. L’esame istologico mostra infiltrazione linfocitaria diffusa con distruzione della normale architettura follicolare. Le cellule follicolari sono frequentemente di dimensioni aumentate con alterazioni ossifile del citoplasma (cellule di Hurtle). Nella variante atrofica (mixedema idiopatico) e atrofia delle cellule follicolari con infiltrazione linfocitaria e fibrosi









Quadro clinico



Il soggetto con tiroide di Hashimoto si presenta generalmente con un gozzo diffuso di modica dimensione, di consistenza aumentata, e uno stadio di eutiroidismo o lieve ipotiroidismo. Nella variante atrofica, la tiroide invece è dimensioni inferiori alla norma. A distanza di tempo, estremamente variabile da soggetto a soggetto, la tiroide Hashimoto esita in ipotiroidismo più o meno conclamato. Molto raramente la tiroide di Hashimoto può associarsi a linfoma maligno primitivo della tiroide, che deve essere comunque sempre sospettato in caso di un rapido aumento del volume del gozzo.


Non tutti i soggetti con morbo di Hashimoto sviluppano iopotiroidismo. In coloro che lo sviluppano può essere lieve e senza sintomi nei primi stadi. Con l’ evoluzione dello stadio clinico l’ipotiroidismo  può presentare i seguenti sintomi:

  • stanchezza generale
  • sensazione di malessere indecifrabile
  • maggiore sensibilità al freddo
  • rallentamento  nei movimenti e nelle capacità di pensiero
  • depressione
  • problemi di memoria
  • aumento di peso
  • dolori articolari e muscolari
  • difficoltà ad avere una gravidanza
  • rallentamento della frequenza cardiaca
  • aborto spontaneo
  • parto prematuro
  • preeclampsia 




Diagnosi

Spesso i sintomi vengono scambiati per le conseguenze di un periodo di stress, oppure della convalescenza dopo una malattia e altro ancora. Così, molte volte, la diagnosi avviene per caso durante un controllo. Per questo si pone l’attenzione sull’importanza di sottoporsi regolarmente ad uno screening  della funzionalità tiroidea. È sufficiente un’ analisi del sangue per il controllo dei valori dei due ormoni che produce la tiroide cioè FT3 e FT4 e dell’ormone Tsh, per scoprire se qualcosa non va. In caso di tiroidite di Hashimoto, infatti, il dosaggio degli ormoni tiroidei risulta inferiore alla norma.

Quando basta lo stile di vita…




In un malato su tre la cura non richiede farmaci. E’ importante, 
però, seguire uno stile di vita sano: niente fumo, alimentazione corretta e attività attività fisica regolare. Si sceglie questa soluzione quando il deficit ormonale è lieve. È necessario, però, tenere alta la guardia, facendo controlli anche ogni 6 mesi, in modo da intervenire tempestivamente qualora si verificasse un peggioramento dei dosaggi ormonali. 




Quando ci vuole il farmaco





Si passa alla cura farmacologica quando, nonostante uno stile di vita sano, i sintomi non migliorano, oppure quando dai controlli risulta che i valori sono peggiorati. Non bisogna sottovalutare la tiroidite di Hashimoto, che è la causa più frequente di ipotiroidismo. In questo caso, va iniziata la cura farmacologica: 
il principio attivo si chiama levotiroxina. 




I vantaggi della formulazione liquida



Il problema della levotiroxina è che va presa da un’ora a mezz’ora prima della colazione: questo può creare difficoltà nel seguire la cura.  In questi casi, si passa alla formulazione liquida, che si può prendere anche durante la colazione. Gli studi hanno dimostrato che l’efficacia è  simile e che questa soluzione sia molto gradita  da una parte dei malati. 




Il rischio per le neomamme





Nei primi 6 – 12 mesi dopo il parto, si può manifestare una forma di tiroidite chiamata post partum. È un infiammazione della tiroide che colpisce il 10% delle donne e che, secondo studi recenti, potrebbe avere anche un legame con la depressione che colpisce le neomamme. Massima allerta, allora, nei primi mesi dopo la nascita del piccolo. Nel caso di un rapido aumento di peso, di leggero gonfiore alla base del collo o di  una tendenza esagerata alla malinconia  e alla stanchezza, si potrebbe trattare di tiroidite post partum. Non esiste una cura standard: in genere, viene decisa dallo specialista in base agli esami e allo stato di salute della neomamma. In ogni caso, in circa 6- 7 casi su 10 l’infiammazione si risolve da sola, senza bisogno di farmaci.




 Più attenzione se c’è familiarità 



I controlli andrebbero effettuati da tutti una volta all’anno e soprattutto dalle donne. Ciò  è particolarmente importante se in famiglia ci sono altri casi di malattia autoimmune, come la celiachia, il diabete di tipo 1 e l’anemia perniciosa. I controlli della funzionalità tiroidea diventano un  obbligo in gravidanza, quando la tiroide ha un surplus di lavoro che può far scatenare un problema in chi è già predisposta a soffrirne.










 







Tumore della tiroide


Il tumore della tiroide è provocato dalla crescita anomala di un gruppo di sue cellule e può essere sia benigno sia maligno; in questo caso si parla più propriamente di cancro. La forma più comune di tumore della tiroide si manifesta a carico delle cellule follicolari che producono la maggioranza degli ormoni tiroidei. 
Tutte le forme di cancro a carico di ghiandole prendono il nome 
di adenocarcinomi : nel caso della tiroide si può avere un 
adenoma carcinoma papillare ( oltre il 75% dei casi) oppure follicolare (circa il 15% ) ; 
vi sono poi delle forme tumorali  (Continua)

 

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