La salute della donna

Toxoplasmosi in Gravidanza: Dalla Prevenzione al Trattamento

Toxoplasmosi in Gravidanza

La gravidanza è un periodo di gioia e attesa, ma anche un momento in cui la salute della futura mamma e del bambino richiedono particolare attenzione. Tra le diverse infezioni che possono destare preoccupazione c’è la toxoplasmosi, causata dal parassita unicellulare Toxoplasma gondii.

Sebbene spesso asintomatica o con sintomi lievi in persone sane, l’infezione contratta durante la gravidanza può comportare rischi significativi per il feto. Comprendere come prevenirla, riconoscerla e trattarla è fondamentale per garantire una gravidanza serena e la salute del neonato.

Cos’è la Toxoplasmosi?

La toxoplasmosi è un’infezione parassitaria diffusa in tutto il mondo. Il ciclo vitale del Toxoplasma gondii coinvolge principalmente i felini, in particolare i gatti, che eliminano le oocisti (una sorta di “uova” del parassita) attraverso le feci. Queste oocisti possono contaminare il suolo, l’acqua e, di conseguenza, le verdure, la frutta e la carne di animali erbivori.

L’uomo può contrarre l’infezione principalmente attraverso l’ingestione di carne cruda o poco cotta contenente cisti del parassita, il contatto con terreno contaminato (ad esempio durante il giardinaggio) o, meno frequentemente, attraverso il consumo di acqua contaminata.

Rischi della Toxoplasmosi in Gravidanza

La pericolosità della toxoplasmosi durante la gravidanza dipende principalmente dal momento in cui avviene il contagio.

Infezione nel primo trimestre: se l’infezione primaria si verifica nelle prime settimane di gravidanza, il rischio di trasmissione al feto è relativamente basso (circa il 15-20%), ma le conseguenze per il bambino possono essere gravi. Queste possono includere aborto spontaneo, morte fetale, o gravi malformazioni come idrocefalo, calcificazioni cerebrali e corioretinite (un’infiammazione dell’occhio).

La ragione per cui il rischio di trasmissione della toxoplasmosi al feto è relativamente basso nelle prime settimane di gravidanza è legata principalmente allo stadio di sviluppo della placenta.

Nelle prime fasi della gestazione, la placenta non è ancora completamente formata e funzionale come barriera protettiva tra la madre e il feto. Il parassita Toxoplasma gondii, responsabile della toxoplasmosi, ha quindi una minore probabilità di attraversare la placenta e raggiungere il feto.

Infezione nel secondo e terzo trimestre: con il progredire della gravida nza, il rischio di trasmissione al feto aumenta (fino al 60-80% nel terzo trimestre). Tuttavia, le conseguenze tendono ad essere meno severe, anche se possono comunque manifestarsi problemi come ritardo della crescita intrauterina, parto prematuro, ittero, anemia, o manifestazioni più tardive come problemi di vista o disturbi dell’apprendimento.

Molti bambini nati da madri che hanno contratto la toxoplasmosi durante la gravidanza possono non mostrare segni evidenti alla nascita, ma sviluppare problemi anche a distanza di mesi o anni. La cosiddetta toxoplasmosi congenita tardiva può manifestarsi con corioretinite, deficit neurologici o problemi di udito.

Prevenzione: La Chiave per Proteggere il Tuo Bambino

Gravidanza e Toxoplasmosi: Cosa Devi Sapere per la Salute di Mamma e Bambino

Poiché non esiste un vaccino contro la toxoplasmosi, la prevenzione riveste un ruolo cruciale, soprattutto durante la gravidanza. Ecco le principali misure da adottare:

Alimentazione sicura:

Cuocere accuratamente la carne: assicurarsi che la carne (in particolare maiale, agnello e selvaggina) raggiunga una temperatura interna di almeno 66-71°C per eliminare eventuali cisti del parassita. Evitare il consumo di carne cruda o poco cotta come carpaccio, tartare o bistecche al sangue.

Congelamento della carne: il congelamento della carne a -18°C per almeno 48-72 ore inattiva le cisti del Toxoplasma gondii.

Lavare accuratamente frutta e verdura: prima del consumo, lavare accuratamente sotto acqua corrente tutta la frutta e la verdura, soprattutto se consumate crude. Per una maggiore sicurezza, si possono utilizzare soluzioni specifiche per il lavaggio o bicarbonato di sodio.

Evitare salumi non cotti: alcuni salumi come prosciutti crudi, salami e speck potrebbero contenere il parassita. È preferibile consumare solo salumi cotti o stagionati per periodi prolungati.

Igiene in cucina: lavare accuratamente le mani, i piani di lavoro, i taglieri, i coltelli e gli altri utensili dopo aver maneggiato carne cruda, frutta e verdura non lavate.

Precauzioni con i gatti:

Evitare il contatto diretto con le feci del gatto: se si possiede un gatto, è consigliabile che la pulizia della lettiera venga affidata a un’altra persona. Se ciò non è possibile, indossare guanti monouso e lavare accuratamente le mani con acqua e sapone dopo la pulizia.

Cambiare la lettiera quotidianamente: le oocisti del Toxoplasma gondii presenti nelle feci del gatto impiegano 24-48 ore per diventare infettive. Una pulizia giornaliera riduce significativamente il rischio.

Alimentare il gatto con cibo commerciale o cotto: evitare di dare al gatto carne cruda o poco cotta, che potrebbe essere fonte di infezione.

Tenere il gatto in casa: evitare che il gatto cacci topi o altri animali che potrebbero essere infetti.

Igiene personale e ambientale:

Indossare guanti durante il giardinaggio: il terreno può essere contaminato dalle feci dei gatti. Indossare guanti durante le attività di giardinaggio e lavare accuratamente le mani dopo.

Lavare accuratamente le mani: alvare sempre le mani con acqua e sapone dopo aver toccato terra, animali o carne cruda.

Evitare di bere acqua non trattata: soprattutto in viaggio o in zone a rischio, consumare solo acqua potabile o precedentemente bollita.

Diagnosi della Toxoplasmosi in Gravidanza

Durante la prima visita prenatale, il ginecologo di solito prescrive degli esami del sangue per verificare se la donna incinta ha già avuto in passato la toxoplasmosi ed è quindi immune (presenza di anticorpi IgG) o se è suscettibile all’infezione (assenza di anticorpi IgG e IgM).

Donna immune (IgG positive, IgM negative): non c’è rischio di infezione primaria durante la gravidanza.

Donna suscettibile (IgG negative, IgM negative): è necessario adottare scrupolosamente le misure di prevenzione e ripetere il test sierologico periodicamente durante la gravidanza (generalmente ogni 4-6 settimane) per intercettare un’eventuale infezione primaria.

Sospetta infezione recente (IgG positive, IgM positive): in questo caso, sono necessari ulteriori test più specifici (come il test di avidità degli IgG) per distinguere tra un’infezione recente e un’infezione pregressa con persistenza di IgM. Se si sospetta un’infezione contratta durante la gravidanza, possono essere eseguiti ulteriori accertamenti sul feto.

Diagnosi di Toxoplasmosi Fetale

Se si sospetta un’infezione fetale, possono essere eseguiti esami invasivi come:

Amniocentesi: prelievo di liquido amniotico per la ricerca del DNA del Toxoplasma gondii mediante PCR (reazione a catena della polimerasi). Viene generalmente eseguita dopo la 15a settimana di gestazione.

Cordocentesi: prelievo di sangue fetale dal cordone ombelicale per la ricerca del parassita e degli anticorpi specifici prodotti dal feto. Viene eseguita più tardivamente.

Ecografia fetale: può evidenziare segni indiretti di infezione fetale come idrocefalo, calcificazioni cerebrali o ritardo della crescita.

Risonanza Magnetica Fetale: può fornire immagini più dettagliate del cervello fetale.

Trattamento della Toxoplasmosi in Gravidanza

Il trattamento della toxoplasmosi in gravidanza dipende dal momento dell’infezione materna e dall’eventuale coinvolgimento fetale.

  1. Infezione materna: se l’infezione primaria viene diagnosticata durante la gravidanza, il trattamento ha lo scopo di ridurre il rischio di trasmissione al feto e la gravità dell’infezione nel bambino. I farmaci più comunemente utilizzati sono:

Spiramicina: un antibiotico macrolide spesso utilizzato nelle prime settimane di gravidanza per ridurre il rischio di trasmissione placentare del parassita.

Pirimetamina e Sulfadiazina con acido folinico: questa combinazione di farmaci è più efficace nel trattamento dell’infezione fetale e viene generalmente utilizzata dopo la 18a settimana di gestazione o in caso di accertata infezione fetale. L’acido folinico viene somministrato per contrastare gli effetti collaterali della pirimetamina sul midollo osseo.

  1. Infezione fetale o neonatale: i neonati con toxoplasmosi congenita vengono trattati con una combinazione di pirimetamina, sulfadiazina e acido folinico per un periodo prolungato, spesso fino al primo anno di vita o anche più a lungo. Il trattamento mira a ridurre il rischio di complicanze a lungo termine. In alcuni casi, possono essere necessari ulteriori interventi o terapie di supporto.

Importanza del Follow-up

Anche in assenza di segni evidenti alla nascita, i bambini nati da madri che hanno contratto la toxoplasmosi durante la gravidanza devono essere sottoposti a un follow-up clinico e oftalmologico periodico per escludere o trattare precocemente eventuali manifestazioni tardive della malattia.

Conclusione

La toxoplasmosi in gravidanza rappresenta un rischio potenziale per la salute del bambino, ma con una corretta informazione, l’adozione scrupolosa delle misure di prevenzione e un’attenta gestione da parte del team medico, è possibile ridurre significativamente la probabilità di contagio e le sue conseguenze. La comunicazione aperta con il proprio ginecologo e la consapevolezza dei comportamenti a rischio sono i primi passi fondamentali per proteggere la salute della futura mamma e del suo bambino.

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