La salute della donna

Trauma Addominale in Gravidanza: Rischi e Sintomi

Cos’è un Trauma Addominale in Gravidanza?

Il trauma addominale in gravidanza si riferisce a qualsiasi lesione fisica che coinvolge l’addome di una donna incinta. Le cause possono essere diverse:

  • Incidenti stradali: sono tra le cause più comuni e possono variare da impatti lievi a gravi.
  • Cadute: anche una caduta apparentemente banale può avere conseguenze, soprattutto man mano che la gravidanza avanza e il baricentro cambia.
  • Violenza domestica: purtroppo, questa è una realtà che può avere gravi ripercussioni sulla gravidanza.
  • Traumi diretti: colpi o impatti diretti all’addome, ad esempio durante attività sportive o incidenti domestici.

Perché il Trauma Addominale è Preoccupante in Gravidanza?

Durante la gravidanza, l’utero e il feto sono più vulnerabili ai traumi per diverse ragioni:

  • Aumento delle dimensioni dell’utero: man mano che l’utero cresce, diventa un organo addominale più prominente e meno protetto dalla pelvi ossea.
  • Maggiore vascolarizzazione: l’utero in gravidanza è estremamente vascolarizzato, aumentando il rischio di emorragie in caso di lesione.
  • Liquido amniotico: sebbene il liquido amniotico offra una certa protezione “ammortizzante”, un trauma significativo può comunque superare questa barriera.

Possibili Complicazioni del Trauma Addominale in Gravidanza

Le complicanze possono variare in gravità a seconda dell’entità del trauma, dell’età gestazionale e della zona dell’addome colpita. Le più importanti includono:

  1. Distacco di placenta: questa è la complicanza più grave e frequente. Il distacco si verifica quando la placenta si separa, in parte o del tutto, dalla parete uterina prima del parto. Può causare emorragie materne, sofferenza fetale e, nei casi più gravi, la morte del feto. I sintomi includono dolore addominale improvviso e intenso, sanguinamento vaginale (non sempre presente o abbondante), contrazioni uterine e utero “duro”.
  2. Rottura uterina: sebbene rara, è una complicanza estremamente grave che può verificarsi in seguito a traumi violenti, soprattutto in donne con pregresse cicatrici uterine (ad esempio da precedenti tagli cesarei).
  3. Lesioni dirette al feto: sebbene meno comuni grazie alla protezione del liquido amniotico e della parete uterina, traumi gravi possono causare lesioni dirette al feto o fratture.
  4. Parto pretermine: il trauma può indurre contrazioni uterine e innescare un travaglio pretermine.
  5. Emorragia materna: qualsiasi lesione a vasi sanguigni materni può portare a perdite ematiche significative.
  6. Traumi ad altri organi materni: anche fegato, milza, intestino e vescica possono subire lesioni.

Cosa Fare in Caso di Trauma Addominale: Agire Subito!

La regola d’oro è: qualsiasi trauma addominale in gravidanza, anche se apparentemente lieve o senza sintomi immediati, richiede una valutazione medica urgente.

  1. Mantenere la calma: se possibile, cerca di mantenere la calma per valutare la situazione.
  2. Non sottovalutare mai: anche una caduta “di sedere” o un urto leggero possono avere ripercussioni interne non visibili immediatamente.
  3. Cercare assistenza medica immediata: recati al pronto soccorso più vicino o chiama il 118 (o il numero di emergenza locale). È fondamentale essere valutate da personale medico specializzato.

La Valutazione Medica e le Indagini Diagnostiche

Al tuo arrivo in pronto soccorso, il personale medico eseguirà una serie di valutazioni:

  • Anamnesi dettagliata: ti verranno poste domande sull’incidente, sulla tua storia clinica e sulla gravidanza.
  • Esame fisico: sarà valutata la pressione sanguigna, la frequenza cardiaca, la presenza di dolore o contrazioni.
  • Monitoraggio cardiotocografico (CTG): questo esame è fondamentale per monitorare il battito cardiaco fetale e rilevare la presenza di contrazioni uterine o segni di sofferenza fetale. Di solito, il monitoraggio viene prolungato per diverse ore (almeno 4-6 ore, a volte di più a seconda della situazione) anche in assenza di sintomi iniziali, per escludere un distacco di placenta ritardato.
  • Ecografia addominale: l’ecografia può aiutare a visualizzare la placenta, la presenza di ematomi o sanguinamenti, le condizioni del feto e lo stato del liquido amniotico. Non sempre un distacco di placenta, soprattutto se iniziale, è immediatamente visibile all’ecografia.
  • Esami del sangue: possono includere emocromo (per valutare eventuali emorragie), gruppo sanguigno e fattore Rh (importante in caso di trasfusioni o profilassi anti-D), test di coagulazione.
  • Test di Kleihauer-Betke: in caso di trauma significativo in donne Rh negative, questo test viene eseguito per rilevare l’eventuale passaggio di globuli rossi
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