Gotta
CHE COS’E’?
La gotta è una malattia cronica detrminata dalla deposizione di cristalli di urato monosodico nelle articolazioni e nei tessuti extra-articolari. La gotta colpisce l’1% della popolazione adulta nei paesi sviluppati, rappresentando la più frequente forma di artrite infiammatoria. Colpisce, soprattutto, gli uomini e la sua prevalenza è in aumento negli ultimi decenni. Essa si manifesta solitamente con attacchi ricorrenti di artrite acuta, che, in alcuni casi, può cronicizzare, con comparsa di tofi e nefropatia cronica. Dal punto di vista fisiopatologico, è presente un’ alterazione del metabolismo purinico che determina una condizione di iperuricemia cronica, che costituisce il più importante fattore di rischio per la gotta, anche se la maggior parte dei soggetti iperuricemici rimangono asintomatici per tutta la vita.
CAUSE E FATTOTI DI RISCHIO
La gotta è causata da un’ elevata concentrazione plasmatica di acido urico nel sangue (iperuricemia). L’iperuricemia cronica è definita da un valore di acido urico superiore a 7mg/dL negli uomini e da 6 mg/dL nelle donne. L’acido urico nel corpo umano è formato come prodotto del metabolismo delle purine e, in condizioni fisiologiche, viene eliminato dal rene nelle urine, ma quando la produzione o l’apporto con gli alimenti risulta eccessivo e l’escrezione renale ridotta, si accumula sotto forma di cristalli di urato monosodico.
QUADRO CLINICO
La storia naturale della gotta è tipicamente composta da tre periodi:
- iperuricemia asintomatica
- la fase degli attacchi acuti di gotta con intervalli asintomatici
- l’artrite gottosa cronica
L’iperuricemia cronica definita da un valore superiore a 7mg/dL negli uomini e da 6 mg/dL nelle donne è il principale fattore di rischio per la gotta e il rischio è direttamente proporzionale alla concentrazione di urati. L’artrite acuta è una monoartrite e colpisce quasi sempre una sola articolazione che nella maggior parte dei casi è la metatarso-falangea dell’alluce (podagra), altre volte il ginocchio, o le piccole articolazioni delle mani (chiragra). Quando l’articolazione coinvolta è quella metacarpo-falangea le manifestazioni sono così tipiche già con l’anamnesi.
- Tipicamente l’attacco insorge di notte e in maniera violenta e brusca raggiungendo l’acme in meno di 24 ore.
- Dolore vivace, lacerante, accompagnato a condizione di iperestesia tali da rendere insopportabile anche il contatto con il lenzuolo.
- Calor
- Tumor: gonfiore marcato che si estende oltre il territorio articolare e rende la cute tesa e lucente.
- Rubor: a volte c’è proprio un stravaso ematico con quadro purpurico o con petecchie.
La crisi di gotta tende a risolversi spontaneamente in un periodo di tempo compreso tra 5-10 giorni, comunque non più di 2 settimane. Dopo l’accesso gottoso è tipica una desquamazione furfuracea della cute con il prurito. Durante la crisi gottosa si possono presentare sintomi sistemici , cefalea, febbre, preceduta da brivido che può arrivare anche a 39°C .
TERAPIA
Gli obiettivi principali del trattamento della gotta consistono nella risoluzione dell’attacco acuto, nella prevenzione dell’insorgenza di nuovi attacchi, nella risoluzione dei tofi ed infine nell’identificazione gestione delle comorbilità.
Attacco gottoso acuto:
il principale obiettivo terapeutico negli attacchi acuti consiste nella riduzione del dolore e nella risoluzione dell’infiammazione. Oltre al riposo e all’applicazione di ghiaccio, la terapia per gli attacchi acuti è classicamente basata su farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS). Le linee guida britanniche suggeriscono l’ utilizzo dei FANS, se non vi sono controindicazioni, per 1-2 settimane. Una valida alternativa raccomandata dall’EULAR è la prescrizione di colchicina a bassi dosaggi. La colchicina viene attualmente considerata come un trattamento di seconda scelta a causa del suo basso indice terapeutico, visto che molti pazienti sviluppano effetti avversi gastrointestinale ancor prima di darne beneficio. Tale farmaco viene utilizzato nei pazienti con storia di scompenso cardiaco, ulcera peptica, insufficienza renale moderata, intolleranza ai FANS o in terapia con anticoagulanti orali. La colchicina non dovrebbe essere utilizzati in caso di insufficienza renale severa o malattia epatica.
L’obiettivo della terapia è quello di prevenire l’insorgenza di nuovi attacchi. Questo si ottiene anche uno stile vita corretto e un’alimentazione adeguata:
- Mantenere un peso corporeo entro i limiti
- Limitare gli alimenti ad alto contenuto di purine (carni rosse e legumi)
- Evitare le bevande alcoliche (Es. birra)
- Bere almeno due litri di acqua al giorno