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Angina instabile: sintomi, prognosi, terapia



Definizione

L’angina instabile è caratterizzata da un recente peggioramento del quadro clinico anginoso, che può essere costituito da un aumento della frequenza e/o durata dell’angina, dalla sua comparsa per sforzi meno intensi (angina in crescendo) o a riposo (quando prima essa insorgeva solo da sforzo), o anche da una minore risposta alla terapia con nitrati sublinguali. Una forma di angina instabile è anche l’angina di recente insorgenza (angina de novo) comparsa, cioè negli ultimi 2 mesi in un paziente  precedentemente del tutto asintomatico ed è caratterizzata da angina a riposo e o da sforzi lievi. Un’altra forma di angina instabile infine, è l’angina post-infartuale che si presenta, cioè entro poche settimane da un infarto miocardico acuto.

 

Sintomi dell’angina instabile

L’angina pectoris cambia improvvisamente di carattere; nell’angina instabile  le crisi divengono più dolorose, più frequenti, più lunghe, più resistenti alla nitroglicerina; o si verifica spontaneamente a riposo (angina da decubito). L’angina instabile deve essere distinta dall’ infarto miocardico con ECG ripetuti (assenza di formazione di onde Q patologiche) e con determinazioni seriate della creatin fosfochinasi specifica(CPK-MB) che resta normale.

 



 

Prognosi

Il 15 30% dei casi di angina pectoris instabile evolvono verso l’infarto miocardico entro alcuni giorni o settimane che seguono. Il decesso improvviso è meno frequente.

Diagnosi

I principali esami diagnostici utilizzati sono:

ECG da sforzo al cicloergometro

Generalmente si effettua con l’ausilio di un tapis roulant, monitorizzando l’ECG con la pressione arteriosa e la frequenza cardiaca.  L’obiettivo della prova è rilevare la presenza di segni clinici elettrocardiografici di ischemia miocardica (sottoslivellamento tratto ST). L’esame deve essere interrotto in caso di comparsa di angina.

Ecocardiografia da sforzo/da stress

Sottopone Il miocardio a un esercizio a o uno stress farmacologico che aumenti la richiesta di flusso coronarico. Si induce in questo modo una situazione di ischemia, che genera anomalia della contrattilità, nelle zone con deficit di perfusione. Si valuta inoltre la comparsa di sintomi e di cambi del tracciato elettrocardiografico. Visto che la sensibilità e la specificità sono maggiori rispetto al test da sforzo, qualora disponibile, si preferisce l’impiego di questo esame.

Scintigrafia di perfusione miocardica con isotopi

Si tratta di una SPECT che capta l’emissione di un isotopo (teczenio 99 metastabile) somministrato per via endovenosa, che è in grado di legarsi alle cellule miocardiche ben perfuse. Si realizza una prova da sforzo e un’altra a riposo.

TC coronarica

La TC coronarica è un test anatomico. Come la coronarografia è infatti in grado di riconoscere e quantificare, previa somministrazione di un mezzo di contrasto, la presenza di stenosi coronariche, ma non fornisce informazioni sulla ripercussione funzionale ( se provocano o meno ischemia). La sua principale utilità è quella ed escludere la presenza di patologia coronarica in pazienti con sintomatologia atipica e a rischio clinico basso di coronaropatia.

Coronarografia

La coronarografia è un esame diagnostico gold standard per la quantificazione delle stenosi coronariche e fa parte delle procedure percutanee che si realizzano attraverso un catetere. Il catetere si può introdurre per via femorale o per via radiale.

 



 

Terapia

Tra i trattamenti disponibili per chi soffre di angina instabile, figurano:

  • La somministrazione di nitroglicerina;
  • La somministrazione di farmaci anticoagulanti (es: eparina) e farmaci antiaggreganti (es: aspirina e clopidogrel);
  • L’angioplastica coronarica abbinata a stenting;
  • L’intervento chirurgico di bypass coronarico.

 

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