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SALUTE

Aura emicranica

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La correzione dello stile di vita e una dieta mirata possono prevenire l’insorgenza di questo feroce disturbo.


 





 I sintomi 


I sintomi più frequenti possono causare disturbi visivi a cui si possono accompagnare alterazioni del linguaggio, come la difficoltà a esprimersi oppure la perdita di sensibilità ai lati della bocca  e alle mani e  possono durare dai 20 ai 60 minuti. 
Alcuni sintomi somigliano alle avvisaglie tipiche dell l’ictus, ma scompaiono dopo circa 60 minuti, seguiti dall’attacco di cefelea vera e propria o in casi più rari scompaiono senza alcun mal di testa, in un 5 % dei casi l’emicrania è accompagnata da forte vomito. 


I soggetti più a rischio e le cause 

 



L’emicrania con aura colpisce maggiormente le donne e solo in percentuale più bassa gli uomini (1 ogni tre donne) e può essere influenzata da alcuni fattori, definiti predisponenti quali: il fumo, l’assunzione della pillola contraccettiva, in sporadici casi da sindrome premestruale particolarmente fastidiosa. In diversi casi però i sintomi dell’ aura possono manifestarsi in donne non fumatrici e che non assumono contraccettivi, infatti ogni persona può avere una suscettibilità completamente diversa soprattutto a causa di cambiamenti fisici (squilibri metabolici e ormonali) e psichici (in particolare traumi e stress emotivi). In particolare i grossi stress e traumi improvvisi possono essere causa scatenante 
di sintomi emicranici con aura, soprattutto se associati all’interruzione del ritmo sonno-veglia, ai dolori muscolari e alla carenza di attività fisica. 




Come si può diagnosticare?

 





La capacità di descrivere i sintomi e la possibilità di impiegare indagini strumentali adeguate come una TAC , e soprattutto se è la prima volta che compare l’ aura con un progressivo peggioramento della cefalea, aiutano a una diagnosi corretta.




 L’ aura si può curare e prevenire 

 



La cefalea con aura non è così comune come l’emicrania classica, ma può essere curata con l’impiego di un farmaco all’ occorrenza, che può essere assunto entro mezz’ora dalla comparsa dei sintomi, che spesso sono invalidanti e interferiscono con le normali attività. Il farmaco analgesico antinfiammatorio è indicato quando gli attacchi seppur violenti sono sporadici, se invece si manifestano con una frequenza di due-tre volte la settimana allora è necessario seguire una terapia dai 3 ai 6 mesi, con farmaci specifici a seconda del paziente, ad esempio neuromodulatori, antidepressivi, analgesici non steroidei, tutte  terapia mirate a interrompere attacchi di cefalea frequenti.

Qualche consiglio…. 

 



E’ possibile, una volta individuato il problema intervenire con una terapia preventiva, mirata  soprattutto al cambio dello stile di vita. Ad esempio nel caso di fumatrice o fumatori ridurre 
il consumo di nicotina,, eliminare le bevande eccitanti ed energizzanti, preferire alimenti ricchi di antiossidanti e di minerali quali il magnesio, il selenio e lo zinco. Oltre ad un regime alimentare molto ricco di frutta e verdura, è particolarmente indicato il consumo di zenzero, come condimento, infatti ha un’ azione antistaminica e stimola produzione di prostaglandine, migliorando i sintomi emicranici. Un altro condimento consigliato è il peperoncino, ricco di capsaicina, che riduce la produzione di sostanze che trasmettono il dolore. Al contrario è preferibile limitare il consumo di alimenti stagionati, insaccati e troppo sale. Una costante attività fisica è benefica per il miglioramento dei sintomi, ma va valutata di caso in caso, limitando l’esposizione al freddo eccessivo e  all’umidità.





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