Anziani: conoscere nuove persone sul web aiuta
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Agli anziani fa bene parlare con gli sconosciuti. Lo sostiene uno studio della University of Texas di Austin, secondo cui allargare i contatti oltre la cerchia dei familiari e degli amici per interagire anche con conoscenze casuali e fornitori di servizi aiuta gli anziani a vivere meglio e più a lungo. Relazionarsi con persone diverse, infatti, rende gli anziani più attivi sul piano fisico e più stabili e ottimisti su quello emotivo.
Demenza: fattori di rischio
Con il termine demenza si intende una compromissione mnesica associata a disturbi cognitivi (funzioni prassiche, fasiche, gnosiche, pensiero astratto e capacità critiche), tali da determinare una compromissione dell’attività sociale e lavorativa del soggetto. Persone affette da forme di demenza manifestano un aumento di difficoltà nell’organizzazione e nella pianificazione del proprio quotidiano.
I numeri che riguardano la malattia di Alzheimer (LEGGI ARTICOLO)
Morbo di Alzheimer
Il morbo di Alzheimer venne descritto per la prima volta nel 1907 dal neurologo tedesco Alois Alzheimer, che riconobbe in questa malattia una precisa patologia riscontrata in alcuni pazienti. Il morbo di Alzheimer è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria; inizialmente viene danneggiata la memoria a breve termine ma in seguito il malato può essere incapace di ricordare anche nomi e visi dei parenti. Negli stadi terminali si ha una grave forma di (LEGGI ARTICOLO COMPLETO)
Morbo di Parkinson: sintomi, diagnosi e terapia
Sintomi principali del morbo di Parkinson:
- Tremore:oscillazione lenta (5-6 volte al secondo) con un atteggiamento, delle mani, come di chi conta cartamoneta. Generalmente inizia in una mano e dopo un tempo variabile coinvolge anche l’altro lato; possono tremare anche i piedi. Il tremore è presente a riposo e si riduce o scompare appena si esegue un movimento finalizzato, ad esempio sollevare un bicchiere per bere. Un altro tipo di tremore è il “tremore interno“; questa sensazione è avvertita dal paziente ma non è visibile all’esterno.
- Lentezza dei movimenti (bradicinesia): impaccio nei movimenti che determina un rallentamento nell’esecuzione dei gesti. Si evidenzia facendo compiere al soggetto dei movimenti di fine manualità che risultano più impacciati, meno ampi e più rapidamente esauribili per cui, con la ripetizione, diventano quasi impercettibili. Segno di bradicinesia sono anche le difficoltà nei passaggi da una posizione all’altra, ad esempio scendere dall’automobile, girarsi nel letto o anche nel vestirsi. Conseguenza di bradicinesia sono anche la ridotta espressività del volto dovuta ad una riduzione della mimica spontanea che normalmente accompagna le variazioni di stato d’animo e anche una modificazione della grafia che diventa piccola (micrografia).
- Rigidità: è un termine che sta ad indicare un aumento del tono muscolare a riposo o durante il movimento. Può essere presente agli arti, al collo e al tronco.
- Disturbo del cammino: dapprima si nota una diminuzione del movimento di accompagnamento delle braccia, più accentuato da un lato, successivamente i passi possono farsi più brevi, talvolta si presenta quella che viene chiamata “festinazione”, cioè il paziente piega il busto in avanti e tende ad accelerare il passo come se inseguisse il proprio baricentro. Negli stadi avanzati della malattia possono verificarsi episodi di blocco motorio improvviso (“freezing” come un congelamento delle gambe) in cui i piedi sembrano incollati al pavimento. Il fenomeno di solito si verifica nelle strettoie oppure all’ inizio della marcia o nei cambi di direzione.
- Postura: l’alterazione della postura determina un atteggiamento curvo:il malato si pone come “ripiegato” su se stesso per cui il tronco è flesso in avanti, le braccia mantenute vicino al tronco e piegate, le ginocchia pure mantenute piegate. Questo atteggiamento, dovuto al sommarsi di bradicinesia e rigidità, è correggibile con i farmaci. Con l’avanzare della malattia si instaura una curvatura del collo e della schiena, che può diventare definitiva.
- Disturbi di equilibrio: si presentano più tardivamente nel corso della malattia; sono indubbiamente i sintomi meno favorevoli. Il disturbo dell’equilibrio è essenzialmente dovuto ad una riduzione dei riflessi di raddrizzamento per cui il soggetto non è più in grado di correggere spontaneamente eventuali squilibri. L’incapacità a mantenere una postura eretta e a correggere le variazioni di equilibrio può provocare cadute che possono avvenire in tutte le direzioni anche se, più frequentemente, il paziente tende a cadere in avanti. Il sintomo risponde solo limitatamente alla terapia.
Sintomi secondari (LEGGI ARTICOLO COMPLETO)
Covid-19 – Anziani e persone fragili
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