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Erbe naturali

Finocchio selvatico

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Passeggiando in agosto nelle campagne dell’Italia centrale e meridionale non è difficile imbattersi in una bella ombrellifera
dal fusto tubolare, spesso piuttosto alta, con foglie esili, simili a piumette, e fiori piccoli raccolti in ombrelli appariscenti, di un bel giallo vivo. Questa pianticella, chiamata finocchio selvatico, è anche gradevolmente profumata:  basti pensare che i fiorellini aromatizzano la celebre porchetta Toscana. Nei tempi antichi la pianta del finocchio che è tutta commestibile: semi, fusto giovane, foglioline e fiorellini non aveva mancato di attrarre l’attenzione degli uomini. Cinesi, indiani, egizi e greci ritenevano il finocchio capace di infondere lunga vita, potere, forza e coraggio.




Per gli stessi motivi lo consumavano gladiatori e guerrieri romani, mentre le matrone lo mangiavano per combattere l’obesità, emulando in questo i cinesi, che inoltre con i semi pestati curavano i morsi di serpenti e scorpioni. Plinio riteneva che il finocchio potesse restituire la vista: affermava infatti che le aquile, rimaste
cieche  dopo la muta, riacquistavano la vista mangiando finocchio. Questa credenza persistette ancora per molti anni. Gli anglosassoni comprendevano il finocchio nell’elenco delle nove piante sacre. Risale al Medioevo una tisana giunta fino ai nostri giorni, è detta dei quattro semi caldi. Si tratta di un infuso preparato con semi di finocchio, carvi, coriandolo e anice in parti uguali (5 grammi per tipo di seme, un litro d’acqua), ottimo per attivare muscoli intestinali ed evitare gonfiore e flatulenza. Un infuso di semi di finocchio costituisce anche una valida lozione purificante per il viso.

 

Il finocchio oggi 




A parte qualche uso improprio, per il resto gli antichi non si sbagliavano con il finocchio, che tuttora trova applicazioni
come diuretico, calmante per lo stomaco e crampi mestruali,
e in particolare per evitare la formazione di fastidiosi gonfiori intestinali. Perciò è una buona idea introdurre il finocchio nella propria alimentazione: si possono aggiungere i semi ai legumi,
ai cavoli, entrambi di difficile digestione;  le foglioline, che tra l’altro sono molto ornamentali, alle castagne lesse, alle salse o al pesce; i fiorellini alla carne o alle olive nere, insieme a scorze d’arancia. In Toscana si usa mettere sotto sale grosso le olive nere appena colte e farle aromatizzare per vari giorni con gli ingredienti citati. In India i semi di finocchio entrano nella composizione del curry, mentre in Cina sono tra gli ingredienti delle famose  cinque spezie ( chiodi di garofano, anice stellato, cannella e pepe di Sichuan). Se invece volete riprendervi dalla stanchezza fisica, provate ad aggiungere all’acqua della vasca  qualche goccia di olio essenziale. Ma l’olio sarà efficace in tal senso anche spruzzato sul fazzoletto inalato all’ occorrenza. E non dimenticate il buon bulbo del finocchio, anch’esso benefico e gustoso.

Uso consigliato:

• Massaggi 
• Bagni 
• Inalazione 
• Suffumigi
• Impacchi freddi 
• Impacchi caldi 

Avvertenze particolari 

?usare moderatamente 
?non usare in gravidanza 

 

 

 

Specie utilizzata: Foeniculum vulgare. 

Famiglia: ombrellifere.

Provenienza: Europa, Asia, Africa. 

Parti usate: frutti. 

Colore dell’olio: giallino.

Profumo: dolce, penetrante.

Proprietà: antispasmodiche, aperitive, 
digestive, diuretiche, lassative, toniche.

Avvertenze: dosi eccessive provocano convulsioni;
vietato a donne gravide ed epilettici.





(Tratto da: Aromaterapia di Giuliana Lomazzi)

 

 

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