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Otite media acuta purulenta

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Definizione 


L’otite media acuta purulenta è una patologia flogistica dell’orecchio medio su base microbica, è caratterizzata dalla presenza di essudato purulento. L’otite media acuta purulenta si manifesta soprattutto nei bambini e negli anziani e durante i mesi freddi.



Secondo le linee guida della SIO la diagnosi può essere posta in caso di: 

  • esordio acuto e recente: entro le 72 ore dalla visita;
  • segni di infiammazione dell’orecchio medio: iperemia e colore giallastro della membrana timpanica;
  • presenza di essudato nell’orecchio medio: estroflessione della membrana timpanica, assenza o limitazione di mobilità della membrana timpanica, otorrea o perforazione timpanica spontanea.

 

 Anatomia patologica 


Questo tipo di otite si sviluppa attraverso quattro fasi:

  • fase dell’ iperemia: è la fase iniziale ed è caratterizzata da vasodilatazione e infiltrazione leucocitaria a carico della mucosa dell’orecchio medio;
  • fase essudativa: caratterizzata dalla presenza di essudato purulento che occupa la cassa del timpano;
  • fase della perforazione: provocata dalla pressione dell’essudato purulento sulla membrana timpanica; la perforazione è solitamente di piccole dimensioni e consente il drenaggio del pus e la ventilazione dell’orecchio medio, fattori che favoriscono il progressivo regredire del processo flogistico;
  • fase della guarigione: la perforazione timpanica ha un’elevata tendenza alla chiusura spontanea. 

 


Sintomatologia dell’ otite media acuta purulenta

 

Alle quattro fasi istologiche corrispondono 4 fasi cliniche:

  • fase dell’ iperemia: il paziente lamenta senso di ovattamento auricolare con progressiva insorgenza di otodinia  (dolore all’orecchio);
  • fase essudativa: è caratterizzata da intensa otodinia pulsante e ipoacusia;
  • fase della perforazione: la fuoriuscita del pus provoca otorrea associata alla scomparsa dell’ otidinia, per il venir meno della pressione dell’ essudato; persiste l’ipoacusia;
  • fase della guarigione: si verifica una progressiva regressione della sintomatologia; solitamente permane per alcuni giorni ipoacusia a causa della persistenza del versamento sterile all’interno della cassa del timpano. 


Esame obiettivo 


L’ otoscopia consente di evidenziare: 

  • fase del iperemia: iperemia della membrana timpanica, particolarmente evidente lungo il manico del martello;
  • fase essudativa: estroflessione della membrana timpanica che appare ricoperta da desquamazione epiteliale superficiale;
  • fase della perforazione: l’ otorrea, solitamente, impedisce la visualizzazione della membrana timpanica;
  • fase della guarigione.




Terapia 

 

La terapia si basa su antibiotici e antinfiammatori non steroidei.

La terapia antibiotica di prima scelta si basa sui derivati della penicillina per OS, per 10 giorni (linea guida SIO). 

Attualmente tra il 25 e il 90% dei ceppi batteri,  più comunemente causa di otite acuta, ha maturato una resistenza a tali farmaci, per cui la prima scelta dovrebbe indirizzarsi sull’associazione amoxicillina e acido clavulanico, che consente di superare la resistenza indotta dalla produzione di beta  β-lattamasi batterica. 

In alternativa possono essere prescritti antibiotici del gruppo delle cefalosporine, dei macrolidi (in caso di allergia alle penicilline) e dei chinolonici (non in età pediatrica). 

 

Prognosi

 

Dopo un episodio acuto nelle cavità dell’orecchio può persistere ancora per alcune settimane un trasudato sieroso.

A distanza di tempo la prognosi è comunque favorevole nella maggioranza dei casi, con completa restitutio ad integrum sia anatomica che funzionale. Nel 30% dei casi l’otite acuta purulenta può essere ricorrente. 


Complicanze 


In una minoranza di casi si possono verificare complicanze. Tra queste le più significative sono in ordine di frequenza:

  • persistenza di perforazione timpanica;
  • otite media cronica purulenta;
  • mastoidite acuta;
  • paralisi del faciale;
  • sofferenza cocleare: con insorgenza di un deficit uditivo neurosensoriale o misto;
  • labirintite
  • meningite;
  • ascesso cerebrale e cerebellare;
  • tromboflebite dei seni venosi endocranici o della vena giugulare interna.

 

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