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Prurito: quando può essere qualcosa di serio

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Prurito



Il prurito, oltre a essere una manifestazione tipica di problemi alla pelle spesso banali, può talvolta essere spia di malattie più serie e, proprio per questo motivo, è bene non sottovalutare la sua comparsa. 







Che cos’è il prurito? 

 



Prurito: quando può essere qualcosa di serio? Il prurito potrebbe essere semplicemente definito come una spiacevole sensazione che induce al grattamento. Si tratta di un disturbo molto fastidioso che coinvolge la pelle e viene classificato in acuto quando la sua durata è inferiore a 6 mesi e cronico quando persiste per più di tale periodo. 




Quali possono essere le cause?

 

 



 Le cause che frequentemente determinano prurito sulla nostra pelle sono conosciute e certamente vissute da molte persone. L’esempio classico è la puntura di insetto che provoca inizialmente 
un’ irritazione degli strati più superficiali della cute e conseguente prurito. Oppure un’infiammazione dovuta a sostanze irritanti che prende il nome di eczema da contatto. In altri casi si parla di reazione allergica chiamata orticaria che può essere determinata anche da farmaci o alimenti e coinvolgere quasi tutta la superficie corporea. Tra le esperienze vissute  (soprattutto dai bambini) possiamo annoverare la pediculosi che coinvolge i capelli ed è caratterizzata da prurito intenso. 






Quando il prurito è causato dalla secchezza della pelle cosa bisogna fare? 

 

In molte persone il prurito è solo dovuto alla secchezza cutanea. Nei bambini in cui la secchezza cutanea si localizza nelle pieghe e si associa rossore e pelle ruvida al tatto, spesso la diagnosi è quella di dermatite atopica. Oggi molte aziende dermocosmetiche hanno offerto molte risposte prima di ricorrere al farmaco e hanno permesso, sia con prodotti utilizzabili per la detersione che per l’idratazione, di ridurre la riacutizzazione e migliorare lo stato di benessere cutaneo. Negli anziani la secchezza prende il nome di xerosi e può migliorare utilizzando prodotti idratanti e detergenti oleati. È opportuno affidarsi sempre a professionisti che sapranno quali prodotti consigliare. 




Quando il prurito deve essere guardato con sospetto? 

 

 



Il fatto che il prurito si manifesti solo sulla pelle non significa che la causa del problema sia lì. Il dermatologo è infatti il medico specialista a cui dobbiamo rivolgerci per primo perché sarà lui che dopo avere ispezionato la cute potrà essere agevolato verso una corretta diagnosi. Il suo compito sarà anche quello di raccogliere notizie importanti riguardanti la salute del paziente, le sue abitudini, le eventuali patologie associate, la persistenza, le sedi interessate e l’orario in cui il prurito viene avvertito. In alcuni casi il prurito è una manifestazione di altre malattie diagnosticate come nel caso dell’ insufficienza renale, epatica o di malattie neurologiche. Talvolta il prurito precede la comparsa di importanti malattie e può per questo permetterci una diagnosi precoce. 
Questo accade per esempio nel linfoma di Hodgkin, in cui un prurito intenso, che si accentua di notte e si accompagna a intensa sudorazione, è uno dei sintomi spia . Il prurito è poi un sintomo della policitemia caratterizzata da una eccesso di produzione di globuli rossi . Inoltre in gravidanza la comparsa di  un intenso prurito associata a vescicole e bolle soprattutto sull’addome è caratteristico dell’ Herpes gestationis. 











 

In tal caso quali esami è utile eseguire per appurare la causa?

 



Se la visita non è sufficiente a risalire alla causa può essere necessario effettuare esami di laboratorio e in alcuni casi una biopsia cutanea. Sarà fondamentale stabilire la funzionalità del fegato, del rene, della tiroide e infine necessario controllare i livelli di alcuni marcatori tumorali. 


Esso può essere generato da alcuni parassiti, 
in questo caso è accompagnato anche da altri sintomi? 

 



Numerosi parassiti possono provocare malattie contagiose della pelle. Le più comuni sono la scabbia e la pediculosi. La scabbia è causata dal Sarcoptes scabiei, un acaro invisibile a occhio nudo che si trasmette tramite contatti prolungati con una persona infestata o con lenzuola e indumenti contaminati. Dopo due settimane dal contagio si manifesta un prurito intenso, specialmente notturno. L’eccessivo grattamento causa numerose ferite della pelle con comparsa di croste e ulteriore infezione di altri batteri. La cura consiste nell’utilizzo di sostanze chimiche antiparassitarie. La pediculosi è una malattia contagiosa che colpisce capelli, peli 
e ciglia, causata dai pidocchi che si nutrono di sangue. Si diffonde facilmente in condizioni di promiscuità o scarsa igiene, il sintomo caratteristico è il prurito, anche in questo caso terapie appropriate naturali o sintetiche porteranno ad una rapida guarigione. 





Alcuni detergenti possono generare prurito? 



 

La nostra pelle assorbe fino al 60% di quello che viene applicato 
e per questa ragione dovremmo prestare attenzione ai prodotti che acquistiamo. Non è raro, infatti che dopo aver utilizzato un determinato shampoo o un bagnoschiuma, iniziano a sorgere sintomi come il prurito. Sono molte le persone allergiche a metalli 
e cosmetici o a profumi e composti chimici aggiunti ad alcuni detergenti; particolare attenzione deve essere rivolta alla pelle dei bambini, preferendo per loro l’utilizzo di prodotti privi di nichel, coloranti e profumi. 



 

 

Esiste un prurito di natura psicosomatica? 

 



 

In 4 casi su 10 spesso si scopre che il prurito è di origine psicologica e nasconde i problemi di ansia e di comunicazione con il mondo esterno, si riconosce perché spesso si concentra in una sola parte del corpo facile da grattare come la testa, le gambe o le braccia. 




A quali cibi bisogna porre attenzione in quanto, 
se assunti in abbondanza, possono provocare prurito? 

 



Esistono cibi in grado di produrre un’ allergia alimentare i cui sintomi di norma sono caratterizzati da sensazione di prurito in bocca, orticaria diffusa, prurito e gonfiore in viso. In rarissimi casi la reazione può essere così violenta da mettere in pericolo la vita del paziente causando lo shock anafilattico, caratterizzata da difficoltà respiratorie, vertigini e sensazione di svenimento. Le cause vanno ricercate in un errore del sistema immunitario, che scambia alcune proteine presenti nel cibo per minacce per la salute e reagisce rilasciando in circolo diverse sostanze che causano i sintomi descritti. Tra gli alimenti più a rischio troviamo latte e uova, (soprattutto nei bambini) arachidi, noci, pesce e molluschi.

 

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