Fenilchetonuria
Definizione
La fenilchetonuria è una malattia del metabolismo degli aminoacidi caratterizzata dall’accumulo di fenilalanina dovuto, nella forma classica, al deficit dell’enzima fenilalaninadi idrossilasi (PHA), in una minoranza dei casi, alla mutazione di uno degli enzimi coinvolti nel metabolismo del cofattore tetraidrobiopterina (BH4). L’ iperfenilalanemia che ne deriva danneggia il sistema nervoso determinando il ritardo mentale caratteristico della malattia che si manifesta in assenza di un trattamento tempestivo.
Epidemiologia
La fenilchetonuria è la malattia del metabolismo degli aminoacidi più frequente (incidenza 1:4 -8000). La sua incidenza in Europa varia da circa 1:3- 500 a 1:150.000, con uguale distribuzione tra i sessi e tra la popolazione bianca e nera.
Manifestazioni cliniche
La distinzione tra fenilchetonuria classica e iperfenilalaninemia è basata sul dosaggio della fenilalanina plasmatica:
- fenilchetonuria severa (classica): fenilalaninemia > 1200 mcmol/l;
- iperfenilalaninemia moderata: fenilalaninemia 600-1200 mcmol/l;
- iperfenilalaninemia lieve: fenilalaninemia 120-600 mcmol/l.
A causa della ridotta produzione di melanina conseguente al blocco della sintesi di tirosina nel 90% dei casi il paziente alla diagnosi ha la pelle chiara, i capelli biondi e gli occhi azzurri: nei primi mesi di vita è a volte possibile riscontrare un odore corporeo caratteristico “ad urina di topo” nonché irritabilità ed eczema. La storia naturale della fenilchetonuria è dominata da grave ritardo mentale che si manifesta progressivamente con:
- iperattività
- movimenti finalistici
- comportamenti autistici
- intelletto inferiore a 50.
Nei pazienti con fenilchetonuria è frequente il riscontro di ipertono con riflessi osteotendinei iperevocabili; in circa il 33% dei bambini si osservano segni di spasticità e nel 25% convulsioni. Nei soggetti con iperfenilalaninemia da deficit di produzione o riciclaggio della BH4, ossia circa il 25% dei casi, il quadro clinico è caratterizzato da:
- mioclonia
- distonia
- convulsioni
- parkinsonismo infantile
- ipocinesia
- difficoltà di deglutizione
- crisi oculogira
- sudorazione
- ipotonia del tronco
- ipertono degli arti
Le indagini neuroradiologiche evidenziano demielinizzazione e calcificazione dei gangli della base. La BH4, infatti, è anche il cofattore degli enzimi tirosina, idrossilasi e triptofano-idrossilasi, necessari per la sintesi di dopamina e serotonina.
Eziopatogenesi
Le iperfenilalaninemie sono causate dalla ridotta attività del sistema enzimatico della PAH che provoca un blocco dell’ idrossilazione della fenilalanina in tirosina con conseguente accumulo di fenilalanina a livello plasmatico e urinario e riduzione della sintesi di tirosina. Il grave danno cerebrale che si instaura progressivamente durante lo sviluppo è dovuto alle molteplici conseguenze dell’ accumulo di fenilalanina a sottrazione di altri aminoacidi necessari per la sintesi proteica, compromissione della formazione e/o della stabilizzazione dei poliribosomi, ridotta sintesi di mielina ed insufficiente formazione di noradrenalina e serotonina.
Trattamento
La terapia della fenilchetonuria è esclusivamente dietetica e consiste nella somministrazione di un regime alimentare caratterizzato da un basso apporto di fenilalanina, costituito da alimenti naturali di origine vegetale e prodotti ipoproteici e integrato con miscele aminoacidiche prive di fenilalanina e arricchite in LCPUFA. Quando la dieta viene instaurata precocemente, ossia in genere nelle prime tre settimane di vita, la prognosi è ottima e nel 90% dei casi il paziente raggiunge una vita autonoma nell’età adulta, con un risultato tanto migliore quanto più precoce è il trattamento e ottimale la compliance dietetica nei primi 10 anni di vita.
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