Trombocitemia essenziale
Che cos’è la trombocitemia essenziale?
La trombocitemia essenziale è un disordine clonale della cellula staminale totipotente a prevalente differenziazione megacariocitaria. E’ classificata tra le malattie croniche ed è caratterizzata da trombocitosi (piastrine > 600.000/mm3) ed iperplasia megacaricitaria nel midollo.Per tale motivo non è in frequente il riscontro di un’ associata leucocitosi. Elementi secondari, comuni anche ad altre neoplasie mieloproliferative croniche sono l’epato-splenomegalia e la fibrosi midollare.
Manifestazioni cliniche
La trombocitemia essenziale è una malattia tipicamente dell’adulto, con un’età media di insorgenza di 50 anni; rarissimi i casi descritti in età infantile, meno rara l’età di insorgenza tra i 20 e i 40 anni. La trombocitemia essenziale colpisce in egual misura i due sessi. La maggior parte dei pazienti è asintomatica alla diagnosi. Il riscontro di trombocitosi è del tutto casuale. Circa un terzo dei pazienti va incontro a episodi tromboembolici, mentre più rari sono i sintomi emorragici. I fenomeni vascolari riguardano principalmente i piccoli vasi e danno luogo a fenomeni ischemici e iposssici:
- agli arti inferiori (eritromelalgia)
- disturbi visivi (amaurosi)
- acustici e neurologici (disestesia, vertigini, cefalea, attacco ischemico transitorio)
- cardiaci (angina).
I fenomeni emorragici sono più rari, insorgendo in circa il 10% dei pazienti, e sono rappresentati principalmente da:
- petecchie
- ecchimosi
- emorragie mucose (specialmente gastriche)
- raramente ematomi superficiali e profondi.
La probabilità di insorgenza di episodi tromboembolici è generalmente proporzionale al numero delle piastrine e aumenta particolarmente quando queste superano il milione per millimetro cubo (1000×109 /L).
Altri segni clinici sono rappresentati da:
- splenomegalia (presente in circa il 60% dei pazienti)
- epatomegalia (nel 40%).
Le pazienti affette da TE in gravidanza possono andare incontro ad aborto nel 43% dei casi. La trombosi placentare può determinare un ritardo nella crescita intrauterina o più raramente la morte fetale.
Cause più frequenti di piastrinosi
Le cause più frequenti di piastrinosi sono:
- splenectomia
- neoplasie (polmonari in particolare)
- interventi chirurgici
- malattie renali croniche
- osteoporosi
- fase post emorragica
- sideropenia
- infezioni
Diagnosi della trombocitemia essenziale
I criteri diagnostici della trombocitemia essenziale sono stati rivisiti dalla WHO (World Health Organization).
Per la diagnosi di TE è necessario che tutti i criteri vengano soddisfatti.
- Conta piastrinica persistentemente ≥ 450 x 109 /L).
- Biopsia ossea (proliferazione megacariocitaria con elementi maturi e di grandi dimensioni)
- Non significativo eccesso di precursori granulocitari o eritroidi
- Esclusione di criteri per la diagnosi di Policitemia Vera, Mielofibrosi, Leucemia mieloide cronica Mielodisplasia o altre neoplasie mieloidi.
- Dimostrazione della mutazione JACK2 V617F o altri markers molecolari clonali
- Su assenze di markers molecolari di clonalità, esclusione di piastrinosi reattiva
La normale concentrazione di emoglobina e il quadro istologico differenziano la TE dalla PV, che può anch’ essa caratterizzarsi per la presenza all’esordio di piastrinosi. Debbono infine essere escluse le cause note di piastrinosi secondaria quali: neoplasie, malattie infiammatorie croniche, anemia post- emorragica emolitica e quelle associate a traumi, parto, stress ed esercizio fisico e a splenectomia.
Decorso e prognosi
La mediana di sopravvivenza di questi pazienti è intorno a 12-15 anni, con aspettativa di vita molto simile a quello della popolazione normale, se si considera che generalmente questa patologia interessa nella gran parte dei casi l’adulto anziano. Le principali cause di morte sono da riferire alla seppur rara, evoluzione in mielofibrosi e leucemia acuta, che può avvenire nel 4 -1 % dei casi.
Vari studi hanno confermato che la comparsa di complicanze trombotiche durante il decorso della malattia è significativamente più elevata nei pazienti più anziani (specie di età superiore a 60 anni) e in quelli esorditi con manifestazioni trombotiche, mentre il numero delle piastrine alla diagnosi non sembra incidere significativamente su questo aspetto.
Dati derivanti da metanalisi di casistiche piuttosto numerose pubblicate in letteratura, sembrano individuare nei soggetti JAK2 mutato una categoria di pazienti particolarmente a rischio di sviluppare una complicanza trombotica durante il decorso della malattia.
Terapia
L’obiettivi della terapia è quello di riportare e mantenere la conta piastrinica inferiore a 400.000/mm3
o almeno inferiore a 600.000/mm3, nei casi in cui sia difficile mantenere la dose ottimale del farmaco citoriduttivo. Alcuni studi hanno provato l’efficacia dell’idrossicarbamide e dell’aspirina nei pazienti ad alto rischio. Opzioni alternative consistono nell’evitare la riduzione del trombo e nell’optare per l’anagrelide, per differire gli effetti collaterali a lungo termine dell’idrocarbamide nei pazienti giovani e a basso rischio.
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