SALUTE

Dolore addominale: cause, sintomi e diagnosi

Dolore addominale: cause, sintomi e diagnosi



Che cos’è il dolore addominale?

Il dolore addominale è un sintomo che indica la presenza di dolore o fastidio nella zona dell’addome, ovvero la parte del corpo che si estende dalla parte inferiore del torace fino alla pelvi. Può essere causato da numerose patologie, tra cui problemi gastrointestinali, malattie degli organi riproduttivi, disturbi renali, patologie dell’apparato urinario o cause neurologiche. Il dolore addominale può presentarsi come una sensazione di crampi, bruciore, pesantezza, gonfiore, pressione o dolore acuto. La durata e l’intensità del dolore possono variare a seconda del sottostante disturbo e della gravità. In alcuni casi, il dolore addominale può essere accompagnato da altri sintomi, come nausea, vomito, febbre o diarrea.





Possibili cause di dolore addominale


Ci sono numerose possibili cause di dolore addominale, tra cui:

1. Problemi gastrointestinali, come acidità, gastrite, ulcera, infiammazione dell’intestino o colite.

2. Disturbi del sistema urinario, come infezioni del tratto urinario o calcoli renali.

3. Problemi ginecologici, come endometriosi o cisti ovariche.

4. Infezioni, come pancreatite, epatite o appendicite.

5. Patologie epatiche o pancreatiche, come steatosi epatica, insufficienza epatica o pancreatite cronica.

6. Diverticoli o infiammazione della parete intestinale.

7. Malattie infiammatorie, come malattia celiaca, sindrome dell’intestino irritabile o colite ulcerosa.

8. Lesioni o trauma addominale.

9. Problemi cardiovascolari, come aneurismi dell’aorta addominale o embolia mesenterica.

10. Tumori o masse,come cancro del colon,tumore ovarico o masse spleniche.

Diagnosi del dolore addominale

Il dolore addominale può avere numerose cause e solo un medico può effettuare una diagnosi accurata. Le cause più comuni includono problemi gastrointestinale come la sindrome dell’intestino irritabile, la celiachia, la stitichezza, l’ulcera gastrica, la gastrite e la diverticolite. Altri fattori possono essere l’infiammazione dei reni, delle appendici, dell’utero, delle ovaie o della vescica, così come problemi di fegato e pancreas. Il medico potrebbe utilizzare tecniche di imaging come le radiografie, le ecografie, la tomografia computerizzata (TC) o la risonanza magnetica (RM) per identificare eventuali anomalie. È importante consultare un medico se si avverte dolore addominale o se si ha qualche dubbio.


Analisi di laboratorio nel dolore addominale


Ci sono diverse analisi di laboratorio che possono essere utili nell’individuazione delle cause del dolore addominale.
Alcune di queste analisi includono:

1. Emocromo completo (CBC): il CBC misura il numero e la forma delle cellule del sangue. Un aumento del numero di globuli bianchi (le cellule del sangue che combattono l’infezione) nel CBC può indicare una infezione batterica o virale nell’addome.

2. Elettroliti: l’analisi degli elettroliti misura i livelli di sodio, potassio e altri sali nel sangue. Questa analisi può essere utile per diagnosticare cause come disidratazione o squilibri elettrolitici, che possono essere responsabili di dolore addominale.

3. Enzimipancreatici: l’analisi dei livelli di enzimi pancreatici (come la lipasi e l’amilaasi) può essere utile per escludere o diagnosticare la pancreatite, un’infiammazione del pancreas.

4. Funzionalitàepatica: l’analisi della funzionalità epatica (che può includere la misurazione del livello di bilirubina, delle transaminasi e dell’albumina) può identificare problemi come l’epatite o la cirrosi.

5. Test delle feci: l’analisi delle feci può essere utile per individuare la presenza di parassiti, batteri o sangue occulto nell’intestino, che possono essere associati a dolore addominale.

6. Dosaggio dell’Helicobacter pylori: l’H. pylori è un batterio che colonizza lo stomaco e può causare gastrite e ulcere. Un test del sangue o delle feci può identificare la presenza di questo batterio.

7. Test del gas nel respiro: il test del gas nel respiro può essere utilizzato per diagnosticare l’infezione da Helicobacter pylori, la sindrome dell’intestino irritabile o altri disturbi gastrointestinali.

Tuttavia, è importante ricordare che le analisi di laboratorio da sole non sono sufficienti per diagnosticare le cause del dolore addominale e che spesso è necessario utilizzare altri strumenti diagnostici, come l’ecografia, la tomografia computerizzata o la colonscopia.





Tecniche di imaging nel dolore addominale


 

Le tecniche di imaging utilizzate nel dolore addominale includono:

1. Radiografia: questa tecnica utilizza raggi X per produrre un’immagine del tratto gastrointestinale. Può essere utilizzato per diagnosticare un’occlusione intestinale, una perforazione o una ostruzione.

2. Tomografia computerizzata (TC): questo è un metodo di imaging ad alta risoluzione che utilizza raggi X per generare immagini molto dettagliate dell’addome. Può essere utilizzato per diagnosticare malattie infiammatorie dell’intestino, tumori e lesioni.

3. Ecografia: questa tecnica utilizza onde sonore ad alta frequenza per produrre immagini dell’intestino, del fegato e degli organi addominali. Può essere utilizzato per diagnosticare problemi come la colecistite, la pancreatite e la gravidanza ectopica.

4. Risonanza magnetica (MRI): la risonanza magnetica utilizza campi magnetici e onde radio per creare immagini del tratto gastrointestinale. Può essere utilizzato per la diagnosi di problemi come la malattia di Crohn, la colite ulcerosa e le cisti pancreatiche.

In generale, il medico sceglie la tecnica di imaging più adatta a seconda del paziente e della sintomatologia del paziente.


Tecniche endoscopiche nel dolore addominale


Le tecniche endoscopiche nel dolore addominale sono diverse e possono includere:

 

1) Endoscopia digestiva alta: viene utilizzata per la diagnosi e il trattamento di malattie dell’esofago, dello stomaco e del duodeno. Durante la procedura, un endoscopio flessibile viene inserito nella bocca del paziente e passa attraverso l’esofago fino a raggiungere lo stomaco e il duodeno. L’endoscopia digestiva alta può essere utilizzata per prelevare campioni di tessuto (biopsia) per l’analisi in laboratorio e per rimuovere polipi o tessuti anormali.

2) Colonscopia: viene utilizzata per la diagnosi e il trattamento di malattie del colon e del retto. Durante la procedura, un endoscopio flessibile viene inserito nell’ano del paziente e passa attraverso il colon fino al retto. La colonscopia può essere utilizzata per prelevare campioni di tessuto (biopsia) per l’analisi in laboratorio e per rimuovere polipi o tessuti anormali.

3) Endoscopia retrograda delle vie biliari e pancreatiche: viene utilizzata per la diagnosi e il trattamento di malattie delle vie biliari e pancreatiche. Durante la procedura, un endoscopio flessibile viene inserito nella bocca del paziente e passa attraverso lo stomaco e il duodeno fino ad arrivare alla papilla di Vater, la porta di accesso comune delle vie biliari e pancreatiche. L’endoscopia retrograda delle vie biliari e pancreatiche può essere utilizzata per prelevare campioni di tessuto (biopsia), rimuovere calcoli biliari o dilatare le vie biliari strettamente occluse.

4) Endoscopia della cistifellea: viene utilizzata per la diagnosi e il trattamento di malattie della cistifellea. Durante la procedura, un endoscopio viene inserito nella bocca del paziente e passa attraverso lo stomaco e il duodeno fino ad arrivare alla papilla di Vater. Un secondo endoscopio viene inserito attraverso la parete addominale e fino alla cistifellea per visualizzare l’organo e prelevare campioni di tessuto o rimuovere calcoli.

5) Endoscopia laparoscopica: viene utilizzata per la diagnosi e il trattamento di malattie addominali. Durante la procedura, viene effettuata una serie di piccole incisioni nell’addome del paziente e sono inserite delle cannule attraverso le quali viene inserito un endoscopio per visualizzare gli organi interni e prelevare campioni di tessuto o rimuovere tessuti anormali. L’endoscopia laparoscopica è spesso utilizzata in interventi chirurgici mini-invasivi.





Quando consultare il medico per dolore addominale


Generalmente si dovrebbe consultare un medico se si ha dolore addominale grave o duraturo, specialmente se si verificano altri sintomi come febbre, nausea, vomito o perdita di peso. Si dovrebbe cercare assistenza medica immediata se si ha dolore addominale acuto e intenso, sanguinamento o shock. È sempre meglio cercare il parere di un medico se si è preoccupati per la propria salute.



Il trattamento del dolore addominale dipende dalla causa sottostante. Se il dolore è causato da problemi gastrici come l’acidità o l’indigestione, potrebbe essere sufficiente assumere farmaci antacidi o antiacidi. I medici potrebbero anche prescrivere farmaci per trattare la gastrite o l’ulcera gastrica.Se il dolore addominale è causato da infezioni batteriche o virali, il medico potrebbe prescrivere antibiotici o farmaci antivirali per il trattamento. Se il dolore è causato da disturbi dell’intestino come la sindrome dell’intestino irritabile, il medico potrebbe prescrivere farmaci per regolare il movimento intestinale e alleviare la diarrea o la costipazione.

Tuttavia, in casi di emergenza come un’appendicite, un’occlusione intestinale o un trauma addominale, il trattamento immediato sarà necessario. In questi casi, il trattamento potrebbe richiedere un intervento chirurgico o una terapia farmacologica intensiva.

In generale, il modo migliore per prevenire il dolore addominale è seguire una dieta sana ed equilibrata, mangiare regolarmente e fare esercizio fisico regolarmente. Evitare cibi grassi, piccanti e troppo pesanti può aiutare a ridurre il rischio di problemi gastrici e intestinali. In caso di sintomi di dolore addominale persistente o grave, è importante consultare il proprio medico per diagnosticare la causa e prescrivere un trattamento adeguato.

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