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Favismo: sintomi, cause e trattamenti




Tutto quello che devi sapere sul favismo

Cos’è il favismo?

 

Il favismo è una malattia ereditaria del sangue che colpisce principalmente le persone di origine mediterranea, africana e asiatica. È causata da una carenza dell’enzima G6PD, che è importante per proteggere i globuli rossi dalle sostanze tossiche presenti in alcuni alimenti, farmaci e infezioni. I sintomi del favismo possono includere anemia, ittero, emolisi (distruzione dei globuli rossi), dolore addominale e urine scure. La malattia è trattata evitando le sostanze che la provocano e mantenendo una buona igiene e una dieta equilibrata.



Cause del favismo

Il favismo è causato da una carenza di un enzima chiamato glucosio-6-fosfato deidrogenasi (G6PD), che protegge i globuli rossi dallo stress ossidativo. La mancanza di questo enzima può essere dovuta ad alcune mutazioni genetiche che possono essere ereditate dai genitori.
Esistono diverse varianti del gene G6PD, e la gravità dei sintomi del favismo dipende dalla specifica mutazione presente nel paziente. In generale, le persone con forme più gravi della malattia producono meno o nessun enzima G6PD rispetto alle persone con forme lievi.
Ci sono anche alcuni fattori ambientali che possono scatenare gli episodi acuti di favismo in soggetti affetti dalla condizione, come l’assunzione di farmaci antimalarici, cibi contenenti sostanze chimiche tossiche o esposizione a sostanze chimiche nella vita quotidiana.
In ogni caso, la diagnosi precoce ed il trattamento adeguati sono fondamentali per prevenire complicanze indesiderate nei soggetti affetti da favismo e migliorare la qualità della loro vita.




Sintomi e Complicanze

Il favismo è causato dalla carenza dell’enzima G6PD, che è responsabile della protezione dei globuli rossi dallo stress ossidativo.

I sintomi del favismo possono variare, ma in genere includono:

  • Anemia emolitica: i globuli rossi sono distrutti più rapidamente del normale, il che può causare una diminuzione del numero di globuli rossi e una riduzione dell’ossigeno nel sangue.
  • Dolore addominale:  il favismo può causare infiammazione dell’intestino, che può provocare dolore addominale e diarrea.
  • Febbre: i pazienti affetti da favismo possono avere occasionalmente febbre e altri sintomi influenzali.
  • Ictus: conosciuto anche come crisi favismica, questo è un sintomo raro ma grave che può verificarsi nei pazienti con favismo. Si tratta di una grave forma di anemia emolitica in cui i globuli rossi sono distrutti in quantità molto elevate, causando insufficienza renale e altri problemi di salute.

Le complicanze di favismo possono includere:

  • Anemia di grado variabile (mild, moderata o grave)
  • Insufficienza renale
  • Alterazioni epatiche
  • Acidosi
  • Ictus
  • Coma
  • Morte (particolarmente nei casi gravi e quando non adeguatamente trattato).

Come si trasmette il favismo?

Il favismo è una malattia ereditaria legata al cromosoma X che colpisce soprattutto gli individui di sesso maschile. La malattia è causata dalla carenza dell’enzima glucosio-6-fosfato deidrogenasi (G6PD), che fa parte del sistema di protezione delle cellule del sangue dai danni ossidativi.

La trasmissione del favismo avviene per via genetica, dai genitori ai figli, attraverso un gene difettoso situato sul cromosoma X. Le femmine possono essere portatrici sane del gene difettoso senza manifestare la malattia, perché hanno due cromosomi X e il gene difettoso deve essere presente in entrambi per sviluppare il favismo.

I maschi, invece, hanno solo un cromosoma X e, se questo contiene il gene difettoso, sviluppano la malattia. Gli individui affetti da favismo possono trasmettere il gene difettoso ai propri figli, maschi o femmine, ma solo i maschi ereditano la malattia. Ie figlie femmine di un portatore di favismo hanno il 50% di possibilità di ereditare il gene difettoso e diventare portatrici sane, mentre i figli maschi hanno il 50% di possibilità di ereditare il gene difettoso e sviluppare il favismo.

Quanto è diffuso il favismo?

Il favismo è una malattia genetica ereditaria che colpisce prevalentemente le popolazioni mediterranee, africane e asiatiche. La sua diffusione varia notevolmente a seconda delle aree geografiche: in alcune zone, la frequenza della condizione può essere molto alta.

In particolare, il favismo ha una prevalenza elevata in alcune regioni dell’Africa (ad esempio nel Sudan e nella Nigeria settentrionale), del Mediterraneo (come l’Italia meridionale) e dell’Asia (tra cui India, Pakistan e Filippine).

Secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), circa 400 milioni di persone nel mondo sono portatrici del gene difettoso per il G6PD. Inoltre, si ritiene che circa 10% degli uomini afro-americani siano affetti dalla patologia.

Il favismo è presente anche in Italia e rappresenta una delle malattie genetiche più comuni nel Paese. La sua diffusione varia a seconda delle regioni, ma si stima che circa il 10-15% della popolazione italiana sia portatrice del gene difettoso per il G6PD.
In particolare, le aree geografiche italiane con la maggiore incidenza di favismo sono quelle meridionali e insulari (come la Sicilia, la Sardegna e la Calabria), dove si registra un’incidenza fino al 20% della popolazione totale.
È importante sottolineare che non tutte le persone portatrici del gene difettoso sviluppano i sintomi del favismo: in genere solo coloro che hanno due copie del gene mutato o una forma grave della malattia manifestano i sintomi clinici.

La gravità dei sintomi può variare notevolmente anche all’interno delle diverse popolazioni a seconda della specifica mutazione presente nel paziente. In generale comunque la diagnosi precoce ed i test genetici possono aiutare ad individuare precocemente soggetti portatori del gene difettoso al fine di prevenire eventuali complicanze legate alla patologia come anemia emolitica acuta o insufficienza renale cronica.

Trattamento del favismo

Il trattamento del favismo dipende dalla gravità del disturbo e dalle sue complicanze.

Alcuni consigli generali per prevenire gli episodi di favismo includono:

  1. Evitare il consumo di fave: se si sa di essere affetti da favismo, è importante evitare di consumare fave e altri alimenti che contengono la sostanza G6PD-inibitrice.
  2. Prestare attenzione ai farmaci: alcuni farmaci possono causare reazioni avverse in persone con favismo. È importante informare il medico delle proprie condizioni prima di assumere qualsiasi medicinale.
  3. Mantenere una dieta equilibrata: i pazienti affetti da favismo devono mantenere una dieta equilibrata, che fornisca tutti i nutrienti necessari.
  4. Prevenire le infezioni: le infezioni possono causare una crisi di favismo, pertanto è importante prevenirle con la giusta igiene personale e l’utilizzo di vaccini.
  5. Monitorare i sintomi: è importante monitorare i sintomi e segnalare eventuali modifiche al medico.
  6. Le  trasfusioni di sangue, nel caso di una crisi emolitica acuta, e la dialisi per soggetti affetti da insufficienza renali, risultano vitali.
    In alcuni casi gravi, la rimozione della milza potrebbe essere l’unica soluzione: è proprio a livello della milza, infatti, che i globuli rossi si distruggono.
  7. Terapie di supporto, come la somministrazione di fluidi e di ossigeno, per alleviare i sintomi. In alcuni casi, può essere necessaria la trasfusione di sangue. Inoltre, il paziente deve essere sottoposto a controlli regolari per rilevare eventuali complicanze a lungo termine.

 




Prevenzione

La prevenzione del favismo si basa principalmente sulla diagnosi precoce ed il supporto medico specializzato per gestire efficacemente la malattia e prevenirne le complicanze.
Per prevenire il favismo è importante evitare questi alimenti, soprattutto durante i periodi di maggior rischio, come la primavera, quando le fave sono particolarmente diffuse.
È importante anche evitare l’esposizione ad alcune sostanze chimiche tossiche che possono scatenare gli episodi acuti di favismo. In particolare, i pazienti affetti dalla patologia dovrebbero evitare farmaci notoriamente associati al rischio aumentato come antimalarici, sulfamidici o chinina e cibi contenenti sostanze chimiche potenzialmente dannose come legumi secchi, fave, soia o piselli.
Inoltre, è consigliabile mantenere uno stile di vita sano ed equilibrato con una dieta bilanciata ricca di nutrienti essenziali e regolare attività fisica moderata.

Infine è possibile effettuare test genetici specifici per individuare precocemente soggetti portatori del gene difettoso G6PD così da intraprendere misure preventive tempestive al fine di monitorarne lo stato di salute generale nel tempo.


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