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Definizione
La febbre tifoide è un’ infezione sistemica causata da Salmonella typhi (bacillo di Eberth) che interessa soprattutto il sistema monocito-macrofagico, caratterizzata da febbre, cefalea, disturbi del sensorio, leucopenia e splenomegalia.
Epidemiologia
La febbre tifoide è una malattia diffusa in tutto il mondo. La malattia è presente soprattutto nei paesi in via di sviluppo. La trasmissione della febbre tifoide avviene per via fecale-orale; fonte di infezione sono l’acqua o gli alimenti contaminati con salmonella typhi . I frutti di mare ingeriti crudi o cotti solo in superficie rappresentano, in Italia, uno dei veicoli più importanti di salmonelle. Un altro veicolo di infezione sono le mosche che, posandosi su materiali fecali contaminati e poi sugli alimenti, possono inquinare questi ultimi. L’unico serbatoio è l’uomo, malato portatore asintomatico. Salmonella typhi può persistere nell’intestino o nella colecisti per anni e anche per tutta la vita (portatore cronico).
Eziologia
Salmonella typhi è un bacillo Gram–, asporigeno, della famiglia delle Enterobacteriaceae; diversamente dalle altre salmonelle, è in grado di metabolizzare il glucosio con la produzione di acido e non di gas. Una volta penetrata nell’organismo attraverso la via orale, Salmonella typhi supera la barriera gastrica e giunge nell’intestino tenue, dove invade le cellule epiteliali arrivando fino alla lamina propria.
Manifestazioni cliniche
Il periodo di incubazione può variare da 3 a 60 giorni, ma è in genere 8-14 giorni. Il decorso clinico della malattia viene classicamente suddiviso in “quattro settenari”, ciascuno dei quali corrisponde all’analogo stadio evolutivo delle lesioni intestinali. In realtà questa suddivisione era valida soprattutto in epoca pre-antibiotica in quanto la somministrazione precoce di antibiotici ha modificato la storia naturale di questa patologia.
Esordio
L’esordio della malattia è generalmente brusco e caratterizzato da:
- Febbre elevata (39-40 C) ad andamento continuo
- Cefalea
- Tosse stizzosa
- Modesti dolori addominali diffusi o localizzati alla fossa iliaca destra
- L’alvo è per lo più stitico e solo eccezionalmente diarroico.
- Le labbra appaiono aride, lingua asciutta
- A carico del cavo orale si possono evidenziare tumefazioni tonsillari
- Possono essere presenti bradicardia
- Addome meteorico
- Splenomegalia
Seconda settimana
Nella seconda settimana il quadro clinico è caratterizzato da:
- Febbre elevata continua per almeno 15-20 giorni
- Diarrea semiliquida con feci a “purea di piselli”
- Esantema roseiforme fugace all’addome e alla base del torace nel 30% dei casi
- Alterazioni del sensorio caratterizzati da apatia, astenia, adinamia, rare allucinazioni (cosiddetto “stato tifoso stuporoso” che ha dato il nome alla malattia).
Terza settimana
- Nella terza settimana i segni e sintomi sopra descritti rimangono invariati ad eccezione della bradicardia che regredisce e della febbre che modifica il suo andamento presentando ampie oscillazioni.
Quarta settimana
- Nella quarta settimana di malattia il quadro va gradualmente risolvendosi; oltre alla lenta caduta della febbre per lisi, il sensorio migliora e i reperti addominali si risolvono. Segue una lunga fase di convalescenza durante la quale nell‘ 8-10% dei casi si possono verificarsi ricadute e recidive. Il paziente risulta contagioso per tutto il tempo in cui i bacilli sono presenti negli escreti. Circa il 10% dei pazienti affetti da febbre tifoide non trattata elimina i batteri per 3 mesi dall’insorgenza dei sintomi il 2,5% diventa portatore cronico.
Esami di laboratorio
Nella fase febbrile della malattia è possibile osservare una leucopenia con neutropenia e una velocità di eritrosedimentazione lievemente aumentata. Nelle fasi più avanzate si possono riscontrare un’ anemia normocromica normocitica, una proteinuria modesta e aumento degli indici di necrosi epatica.
Diagnosi
Il sospetto diagnostico, avanzato sulla base dell’andamento clinico e degli esami di laboratorio deve essere confermato nelle prime fasi dell’infezione dall’isolamento di Salmonella typhi e più tardi dalla dimostrazione nel siero del paziente degli anticorpi specifici.
Decorso e prognosi
L’evoluzione della febbre tifoide, fatale in assenza di terapia nel 10% dei casi, è stata nettamente modificata dall’introduzione dell’antibioticoterapia; dopo 7-8 giorni di terapia il paziente può essere già considerato in fase di convalescenza.
Complicanze
Le complicanze della febbre tifoide possono essere digestive ed extradigestive. Fra le prime, le più importanti sono le l’enterorragia e la perforazione intestinale. Fra le complicanze extradigestive le più importanti sono la miocardite, le endocarditi e le tromboflebiti.
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